Francesco Notarcola – Presidente Consulta delle associazioni
della città di Frosinone
Finalmente qualcosa si muove. Era ora.
Da anni le associazioni denunciano comportamenti e decisioni
della Soprintendenza Archeologica per il Lazio mai messe in discussione dagli
amministratori locali.
Infatti gli amministratori che si sono succeduti, negli
ultimi venti anni, alla guida del Capoluogo, hanno sempre accolto senza alcuna
obiezione le decisioni della Soprintendenza anche quando i fatti necessitavano
approfondimenti, trincerandosi dietro l’ “insindacabilità” delle decisioni dell’ente sovraordinato.
A partire dagli anni novanta in diverse aree della città
(Fontanelle, via Aldo Moro-ascensore inclinato, De Matthaeis, via Vado del
Tufo, Selva dei Muli) sono stati rinvenuti beni archeologici che testimoniano
insediamenti nella Città, riferibili a un arco temporale che va dalla
preistoria fino all’epoca romana. A tutt’oggi la Soprintendenza ,
organo preposto alla tutela, valorizzazione e fruizione dei beni, non ha
proceduto alla completa catalogazione dei reperti e tutela dei siti.
Non ricordiamo che la
stessa abbia mai preso alcuna iniziativa di valorizzazione dei suddetti beni,
né promosso eventi che divulgassero e informassero la cittadinanza.
E’ corretto non aver catalogato i reperti rinvenuti al fine
di far conoscere alla collettività quali e quanti siano stati? Dove sono le
relazioni finali e i giornali di scavo compilati da tutti gli archeologi che
hanno diretto gli scavi nella nostra Città per conto della Soprintendenza?
In particolare da anni le attenzioni delle associazioni si
sono concentrate sull’area archeologica attigua alla Villa Comunale ed è stato
elaborato un dossier su quanto avvenuto in quella zona.
Nel 2008 la Soprintendenza ha autorizzato la realizzazione di
un parcheggio a raso con delle prescrizioni sui resti archeologici delle Terme
Romane in attesa dei fondi per la loro valorizzazione e riscoperta. In seguito
all’azione delle associazioni sono stati apposti i vincoli diretto e indiretto
nell’area in cui è stato rinvenuto l’impianto termale di epoca romana.
Nel 2011 sono
iniziati gli scavi archeologici nell’area attigua a quella in cui sono state
ritrovate le Terme Romane, la particella 159 interessata dall’iniziativa
edificatoria I Portici. Proprio al confine con il parcheggio che copre le Terme
Romane, all’inizio della particella 159, è rimasta un’area non scavata dalla
Soprintendenza archeologica. Dove sono
gli esiti delle indagini geognostiche che sarebbero state effettuate sulla
particella 159? Se in quell’area si estendessero le strutture delle Terme Romane,
ciò consentirebbe l’estensione del vincolo indiretto e quindi l’inedificabilità
dell’area.
Alla luce dei recenti avvenimenti, riportati dalla stampa
locale, riguardo le indagini della Magistratura verso alcuni funzionari della
Soprintendenza ai beni archeologici, invitiamo il Sindaco del Capoluogo,
deputato a tutelare gli interessi della cittadinanza, a valutare l’opportunità
di chiedere nuovi accertamenti sulla porzione della particella 159 non oggetto
di scavo e sul rilascio del nulla osta archeologico sull’intera area.
E’ sempre più viva la necessità di attuare i punti della DELIBERA COMUNALE N.32 del 14 settembre 2011, proposta da associazioni e
cittadini, votata all’unanimità che
prevedeva, al quarto punto, di “costituire, senza oneri per l’Ente, una
commissione di esperti, anche con la partecipazione di rappresentanti
dell’associazionismo di tutela dell’Ambiente e del Territorio che, in
collaborazione con i funzionari di zona della Soprintendenza e del locale Museo
Archeologico, possa esercitare azioni di verifica del territorio, al fine di
arginare eventuali fenomeni di saccheggio e distruzione del patrimonio archeologico”.
Frosinone 25 giugno 2014-06-25
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