Secondo alcune anticipazioni riferite dal sito on line del
quotidiano locale l’Inchiesta, (di seguito i link:link 1 e link2) la riunione della commissione sanità svoltasi oggi in
regione alla presenza dei sindaci della Provincia di Frosinone, del direttore generale della Asl Isabella
Mastrobuono e della cabina di regia
della sanità regionale guidata da Alessio D’Amato, ha avuto uno svolgimento quantomeno
burrascoso, peraltro documentato da alcune registrazioni effettuate dal
consigliere del M5S Barillari.
Da un lato, mentre giungono segnali sinistri dal
fronte della sopravvivenza di alcune importanti strutture sanitarie, il direttore generale a confermare, anche con
piglio risoluto, che non chiuderà più
alcun presidio sanitario in provincia, dall’altro Alessio D’Amato, a capo della cabina di regia
della sanità regional,e a smentire lo stesso manager asl in relazione all’attribuzione
di Dea di II livello all’Ospedale Spaziani di
Frosinone e di Dea di I livello all’ospedale
di Sora. Secondo il segretario della cabina di regia della sanità regionale, le
condizioni per realizzare ulteriori strutture ospedaliere Dea di II e I livello in
regione sono ampiamente presenti, ma per una
migliore dislocazione territoriale il Dea di II livello verrà realizzato
a Latina, a sud, quello di I livello a nord, Belcolle in provincia di Viterbo.
Nella stessa commissione, secondo Barillari, i
sindaci Morini di Alatri e Tersigni di Sora avrebbero attaccato duramente il
presidente Zingaretti, accusandolo di
non mantenere la promesse. Dopo la manifestazione della settimana scorsa,
promossa dal coordinamento per la sanità provinciale, con la marcia fin sotto
la palazzina della direzione generale della Asl, il cerchio si sta
stringendo. Pur nelle sue pecche
organizzative, di comunicazione e di partecipazioni indesiderate, la marcia
della salute, irrompendo in una
situazione di ira e perdita della pazienza da parte dei cittadini mortificati
dalle continue espropriazioni del proprio diritti ad una sanità decente , ha scoperchiato il vaso di Pandora.
Il primo
risultato ottenuto è la presenza, domani mercoledì 23 luglio, di Zingaretti ospite
negli studi di Teleuniverso. Mai il presidente della Regione aveva partecipato
ad una trasmissione televisiva presso un emittente locale della nostra
Provincia per rispondere alle domande dei cittadini, soprattutto in materia di
sanità.
L’onda dilagante della protesta
è stata, con più o meno secondi fini, cavalcata da molti sindaci di varia estrazione politica, deputati,
consiglieri regionali. Nel polverone sollevato
si trova di tutto. Dalle promesse disattese della Mastrobuono , alle accuse di romano-centrismo mosse all’amministrazione Zingaretti, dalla denuncia degli sprechi e
della corruzione, all’abuso dell’utilizzo di medici in prestazione straordinaria. Ma l’unica
causa comune , evidenziata da tutti (sindaci, amministratori, consiglieri regionali,
persino al presidente Zingaretti e la sua diretta esecutrice
Mastrobuono) è l’entità dei tagli alla sanità regionale, il divieto di
effettuare spese a causa del commissariamento della sanità Laziale, con
conseguente messa in opera di un piano di rientro micidiale che vede, nell’impossibilità
di assumere medici e nel ridimensionamento
delle strutture, le sue devastanti linee
guida .
Se una buon programma di aggregazione consiste nel partire dai punti condivisi,
allora partiamo da qui. Tutti quanti insieme, sindaci, consiglieri, Zingaretti
e la Mastrobuono:
1) Richiesta di scorporare il trasferimento di fondi che lo
Stato centrale effettua verso le regioni
per sostenere il sistema sanitario, dal computo del pareggio di
bilancio, quando non addirittura l’eliminazione del pareggio di bilancio dalla
costituzione.
2) Pretesa da parte della Regione Lazio di una moratoria
sul piano di rientro del debito, fino a quando in tutta la Regione e in particolare
nella nostra Provincia, non siano raggiunti
i livelli essenziali di assistenza
previsti per legge.
3) Costituzione di una commissione d’inchiesta regionale
per identificare i colpevoli della drammatica situazione debitoria della
sanità laziale, così come proposto dal M5S.
4) Rivalutazione del rapporto fra sanità pubblica e
sanità privata, ridistribuendo le risorse dalla prima alla secondo così come
Costituzione comanda.
5) Affiancamento al management della Asl di una commissione
composta da esperti e movimenti di cittadini con potere deliberativo e
prescrittivo, per controllare gli investimenti e le allocazione delle risorse
nell’ambito dell’azienda, in modo da prevenire sprechi e regalie a tutela dell’interesse
dei cittadini.
Queste linee programmatiche,
a sentire le varie lamentazione, dovrebbero essere comuni a tutti.
Allora invitiamo istituzioni regionali, presidente Zingaretti, manager
Mastrobuono, sindaci di varia natura e colore a supportare un tale programma. Se veramente l’obbiettivo
è quello di raggiungere una sanità che assicuri i livelli essenziali definiti
per legge , nessuno dovrebbe tirarsi
indietro. In caso contrario, sospetti e
dietrologie verrebbero drammaticamente confermati. Basta con le chiacchiere
dunque, proviamo a stanarla questa gente, proviamo a capire chi sta con chi
altrimenti l’enorme massa e ondata di protesta che si è levata sarà destinata
ad arenarsi. Come sempre.
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