Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 22 agosto 2014

La sanità divora la salute

http://www.oltreloccidente.org/


video di Luciano Granieri

 Il Coordinamento Provinciale per la Sanità ha organizzato un incontro delle associazioni con i sindaci della provincia di Frosinone, aperto a tutte le associazioni di categoria, per lunedì 25 agosto 2014 alle ore 16 ,  presso il salone di rappresentanza della Amministrazione Provinciale, a Frosinone in Piazza Gramsci. L'incontro ha lo scopo di svolgere una attività conoscitiva e di informazione, sulla base di documenti ufficiali della regione Lazio (programmi operativi triennali sanitari 2013-15 , nelle versioni susseguenti del DCA 480-2013, della bozza nuova edizione di marzo 2014, della riedizione del DCA 247-2014), delle eminenti linee operative che sono state delineate in ambito sanitario dalla regione. 

 La sanità divora la salute L’incontro è l’ennesimo, promosso dal Coordinamento per sensibilizzare sia l’opinione pubblica, sia le istituzioni sul reale obiettivo del piano sanitario regionale alla luce dei documenti prodotti dalla Regione Lazio. Quale sia l’obiettivo della Regione Lazio e come procedere al loro raggiungimento è comprensibile anche al più disinformato tra noi: risparmio della spesa sanitaria, riduzione dei servizi pubblici, trasferimento delle attività sul privato e trasferimento di risorse dal pubblico al privato. Niente di nuovo quindi: il capitale tenta da sempre di ridurre tutto al profitto, di abbordare la nave pubblica in difficoltà; di riuscire a capitalizzare ciò che i cittadini, gli operatori e le organizzazioni civili hanno nel tempo ottenuto e costruito come i servizi di natura pubblica e per tutti. Già per queste generali questioni l’opposizione al piano dovrebbe essere “senza se e senza ma”: soprattutto gli operatori pubblici avvertiti e informati prima degli altri dovrebbero dare il buon esempio… La realtà catastrofica della sanità ciociara è un fatto non un’idea. Frosinone, periferia di Roma. Ecco cosa da tempo sta accadendo alla nostra provincia. Mentre le amministrazioni locali credevano di inseguire Roma in servizi, turismo, sport, cultura, viabilità, urbanistica, dall’altro lato questo disegno erodeva le reali capacità di progresso della nostra terra spogliandola e depauperandola di risorse e attività, facendola precipitare nel quotidiano sgretolamento politico-istituzionale e amministrativo, prima di quello etico e civile. Inquinamento, disoccupazione, povertà, scarsa qualità della vita, spopolamento, speculazioni, criminalità organizzata disegnano uno dei territori più segnati dalla crisi e a rischio salute. A questo triste primato si aggiunge una politica della Regione Lazio che vede Frosinone come spazio residuale regionale tanto da renderlo utile per l’immondizia e per la sottrazione continua di lavoro, istruzione e servizi. La sanità non può che essere in linea con tale ridimensionamento “lineare” – non oggettivo fondato su statistiche sociali verificabili. Chiusura degli ospedali, e non si intravede quale sarà l’ultimo; riduzione dei posti letto nonostante l’offerta oggi sia già più bassa di Roma; trasferimento di attività “remunerative” a gruppi privati; ospedali senza livelli di qualità accettabili; servizi territoriali assenti anche nella programmazione teorica. Si potrebbe continuare e lunedì 25 agosto si tenterà di documentare tutto. Quello che sarà della sanità nel prossimo futuro non è chiaro. Le riforme non hanno carattere solo teorico ma anche sicuramente uno pratico con l’operato di tutti coloro che vi lavorano e di tutti coloro che provano a difendere i diritti dei cittadini. La crisi potrebbe offrire anche percorsi di riflessione alternativi, sempre però davanti ad una strenua resistenza di chi vuole svendere non riorganizzare, di chi vuole favorire i gruppi economici e non le popolazioni. C’è di certo che tentano di divaricare in maniera irreversibile il percorso di offerta della sanità, tutta concentrata su un non ben definito utilitarismo economico, con l’idea di salute territoriale sempre necessitata dai singoli individui e difesa dalle organizzazioni sociali e forse nel tempo da qualche organizzazione politica. Attuata la chiusura degli ospedali cosiddetti periferici, consegnata in mano ai chi fa profitto la chiave della gestione dei servizi, screditata l’idea di ospedale come luogo di rete simbolo di difesa anche della salute territoriale e propinare l’idea di una sanità come immediato e pronto intervento sull’acuzie, allora, quel dì, supinamente, accetteremo l’dea di un solo ospedale regionale o addirittura nazionale dove le nostre gravi malattie potranno essere affrontate, abbandonando definitivamente l’idea di salute del malato e della società.

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