Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 3 ottobre 2010

Un barlume di speranza contro la serranda nera

di Fausta Dumano




2 ottobre 2010, una data che conserverò nell’archivio della memoria, una giornata densa di emozioni e di  sensazioni, sono 30 anni che vado sotto casa di Valerio Verbano , 30 anni che percorro quella strada per le manifestazioni in ricordo di Valerio. La storia è nota a tutti quelli che seguono il blog. Oggi per la prima volta ho varcato il protone, quattro piani a piedi, c’è l’ascensore, ma....a piedi le scale con dentro il cuore, quella scritta “VALERIO VIVE”. La porta è aperta, Carla mi aspetta per andare da Ithaca a Frosinone c’è la presentazione del suo libro”Folgorante sia la fine” . Carla è ospitale come se fossi una vecchia amica, in realtà la nostra conoscenza si è cementificata da quando curo il blog ed è entrata non mondo di Facebook. Sa che ogni anno vado alla manifestazione. Appena varco la porta, un tuffo al cuore, sono nella casa di Valerio, nella casa dove 30 anni fa è stato ucciso. Ogni angolo trasuda di “Valerio” che spunta fuori nelle foto, nel calendario del Manifesto. Una sigaretta fuori nel terrazzo, Carla ha il pollice verde, l’emozione attraversa  il mio corpo, 30 anni fa tutto sembra fermo nella casa di Carla. Tutto mi parla di Valerio, vedo il divano, quel divano comprato da Carla quando Valerio ha avuto l’incidente. Suoni, colori, odori, Valerio è vivo, vive nel coraggio di Carla. Una donna lasciata sola dalle istituzioni, sostenuta dai compagni di Valerio.  In quelle case si materializzano le pagine del libro di Carla, sento i passi degli assassini  di Valerio, la vedo imbavagliata. La storia di Valerio, la storia di quegli anni si intrappola nel mio dentro. Nella borsa ho il libro, vorrei la dedica, ma non trovo le parole, io che gioco con le parole, che sono una giocoliera sono avvolta nel silenzio. E’ un silenzio particolare, un silenzio pieno di ricordi, un silenzio di rispetto. Con l’arrivo di Alessandro Capponi, il giornalista del Corriere della Sera, comincia il viaggio. Carla è emozionata, una lacrima le riga il volto, ogni presetnazione è un’emozione. Filippo guida, Carla fa da Cicerone, Trieste, Salario, Nomentano, Monte Sacro, un giro istruttivo che mette paura, “dai luoghi si può togliere il sangue, si possono cancellare le prove, ma quello che è accaduto rimane”. Lo si legge  nel suo sguardo, il dossier di Valerio è sparito, le prove disperse, ma la storia vive dentro di lei. Da Ithaca emozionata le regalo la lettura dell’incipit, il suo sogno scendere nella bocca della fontanella. Sono seduta accanto ada una donna straordinaria Carla Verbano. Un’iniziativa importante CARLA VERBANO a pochi metri dalla SERRANDA NERA, l’averla accolta in tanti è un barlume di speranza.




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