Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 19 aprile 2011

Cristo dà il pane a chi non ha i denti

di Luciano Granieri



 Il titolo di questo post è la traduzione in italiano di un famoso detto ciociaro “Cirst da glie pane a chi nen te’ glie dienti”  Tale  immagine secondo me riassume benissimo quanto è emerso nel dibattito che si è tenuto domenica scorsa  nello spazio retrostante (ex aia) della villa comunale di Frosinone.  Il confronto dal titolo emblematico, “DIFENDIAMO LA CULTURA E L’ARTE IN CITTA’-  DAL POLO ARTISTICO (LICEO ARTISTICO) ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI, ALLE TERME ROMANE”,  organizzato dalla  consulta  delle associazioni di Frosinone, ha visto la partecipazione del presidente della  consulta stessa : Francesco Notarcola,  dell’architetto, nonché membro dell’associazione culturale 03100,  Luca Oropallo,  del  Prof. Remo Costantini, presidente dell’Accademia delle Belle Arti,  della Prof.ssa Bianca Maria Valeri, Dirigente Polo Artistico Anton Giulio Bragaglia di Frosinone,   di Sara Ciuffetta,  studentessa  dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone, della Prof.ssa Fausta Dumano, Polo Artistico Anton Giulio Bragaglia di Frosinone, dell’Assessore all’ambiente nonché ex presidente del circolo i”Il Cigno” di Legambiente Frosinone, Prof . Francesco Raffa, e dell’attore comico Guglielmo Bartoli. Negli ultimi anni ho partecipato a diversi convegni, dibattiti, raramente ho riscontrato la stessa capacità di coinvolgimento  dell’evento di domenica. Dal titolo del confronto s’intuisce che la scelta della consulta della associazioni  era molto ambiziosa. Dibattere di cultura nella nostra città è  compito arduo sia per la complessità del tema che per la modalità di comunicazione ai cittadini. Con molto piacere devo riconoscere che l’impresa è riuscita perfettamente. Dalla successione degli interventi è scaturito quello che già molti di noi sapevano ma che forse non era noto ad una cittadinanza un po’ distratta. L’esistenza  di tante  presenze artistiche  che dovrebbero far  cambiare la definizione che si trova nei libri di geografia da : “Frosinone  città a carattere prevalentemente agricolo ed industriale” a “Frosinone città d’arte”. Frosinone città d’arte dovrebbe risultare  la prima voce a uscire  su google quando si seleziona  il nome della nostra città. Invece   provate a digitare Frosinone sul motore di ricerca, vedrete che il primo sito che spunta è quello del Frosinone Calcio e non mi risulta che i canarini partecipino alla Champions League. Del resto la storia di una comunità  le cui origini risalgono a un epoca preromana, sviluppatasi in un sito  molto vicino a Roma non può non lasciare testimonianze di grande valore artistico e archeologico.  Tali  testimonianze esistono. Sono molte e di livello  elevatissimo. Inoltre abbiamo un centro storico le cui pietre raccontano di una Frosinone antica  e sapiente dove la memoria si perde nella più totale indifferenza e la cui rivalutazione è affidata,  secondo i nostri amministratori,   esclusivamente all’apertura di un centro commerciale naturale. In merito alla diffusione della cultura i mezzi non mancano anche se stanno subendo l’attacco dei tagli all’istruzione di un  governo sciagurato becero e ignorante  .  Nella nostra città esistono istituti scolastici unici per la loro vocazione storico-artistica,  come il Polo Artistico Anton Giulio Bragaglia, purtroppo in via di smembramento a causa dei  tagli al sistema scolastico provinciale messi in atto del’ assessore Quadrini,    l’accademia delle Belle Arti e aggiungerei, anche se esula da questo contesto, il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone.  Come si vede, per ritornare al titolo, IL PANE DELL’ARTE E DELLA CULTURA E’ ABBONDANTE E DI  ECCELLENTE QUALITA’,  GLI EDUCATORI AL GUSTO RAFFINATO DI TALE CIBO SONO DI ASSOLUTO VALORE . Ma ai Ciociari mancano i denti..... Del resto non si può avere una dentatura adeguata se i canini si frantumano contro le colate di cemento gettate sui reperti archeologici, i molari si disfano sull’incuria che attanaglia i monumenti della nostra città. L’Opera di “SDENTIZZAZIONE” ha origine lontane,  risale alla  metà degli anni sessanta in un’epoca di piena urbanizzazione in cui si è ignorato il grande valore che il sottosuolo restituiva alla comunità, ed è proseguita nella successiva era postmoderna del “just in time” , del tutto e subito. Qualcuno afferma che oggi la cultura non dà da mangiare. Su questo assunto non solo si vuole distruggere definitivamente  l’arte,  ma si vuole imprigionare la memoria di un popolo nell’ oblio che trasforma la storia in un’ invenzione scritta da sovversivi studiosi bolscevichi. Negli interventi che riportiamo emerge nel modo più netto che l’arte,  la storia  e la memoria , in una parola “LA CONOSCENZA” sono le radici   che legano una comunità al proprio territorio.  La rivendicazione di appartenenza che non si fonda su tali radici diventa intollerante populismo, produce  razzismo,  fenomeni odiosi come la  lega nord.  Da questo incontro comunque, si è intravista l’uscita dal tunnel. Buona è stata la partecipazione e il coinvolgimento della cittadinanza , e l’unico amministratore pubblico  che ha  dimostrato sensibilità verso questa questione, pur non essendo di sua stretta competenza,  il Prof. Francesco Raffa assessore all’ambiente, ha assicurato il suo impegno affinché la giunta comunale torni ad occuparsi della riqualificazione dei siti archeologici ancora non affogati nel cemento, dei monumenti in completo degrado. Ottime ci sono sembrate anche le modalità con cui ciò si vuole effettuare, con il coinvolgimento degli istituti d’arte, delle associazioni e dei cittadini. Favoloso . Un impegno a rivalutare cultura e arte inserite in un nuovo piano urbanistico  secondo modalità di democrazia partecipata. Un forte segnale di rinascita democratica non c’è che dire ,  MA SARA’ VERO?








La storia finisce con il padre che, per festeggiare il ritorno del figliol prodigo Tizio, dopo che questi ha dilapidato i diecimila euro ricevuti dal genitore, fa uccidere il vitello grasso. Divide l'animale in tre parti servendo un pezzo al figlio zappatore Caio un altro  a figliol prodigo Tizio e la restante parte la tiene per se. Morale la Ciociaria è terra per padri saggi, per lavoratori e per fancazzisti MA NON E' TERRA PER VITELLI GRASSI.

P.S. Il video non mostra le fine della storia perchè il vitello grasso è stato interpretato dal sottoscritto, il quale, non è ancora in grado di recitare e riprendere nello stesso momento.

Luc Girello.

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