Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 16 novembre 2011

E' morto il partigiano De Leoni

Giovanni Morsillo Presidente ANPI Frosinone

Cari compagni,
ieri pomeriggio si è spento a Roma il Partigiano Ferdinando De Leoni. Abbiamo avuto occasione di conoscerne le alte doti umane, politiche, culturali nelle molte occasioni di incontro cui ha partecipato nella nostra provincia. Veniva volentieri, era contento se c'erano i giovani, cui dedicava buona parte delle sue riflessioni. Insisteva molto sul fatto che la Resistenza sia stata questione dei giovani, perché da essi combattuta ma anche perché espresse sentimenti e tensioni che solo animi giovani possono provare: la ribellione, senz'altro, ma anche la fiducia in sé stessi, la possibilità di cambiare, la costruzione della prospettiva, il protagonismo civile dei popoli, il rifiuto del potere oppressivo, la sete di libertà.
Si rivolgeva sempre ai giovani, ed esortava noi militanti "più in forze", come diceva lui, a parlare loro ma anche a dare l'esempio. Perché Ferdinando era convinto, da vecchio galantuomo, che si parte sempre da sé stessi, e ciò che non si condivide non va accettato.
Da ragazzo decise di fare l'antifascista. rischiò la vita più volte, a Roma, diffondendo la stampa rivoluzionaria ed antifascista. Appena fu il momento, andò in montagna, combatté lunghi mesi nella Apuane, sulla linea Gotica, aggrappandosi alla sua umanità ed alla sua testa dura, da uomo libero. Poi, non soddisfatto, ha speso una vita intera a difondere, ad approfondire, a ricercare insieme ai giovani quell'ideale di libertà e di dignità che definisce l'uomo. Lo abbiamo conosciuto, Ferdinando De Leoni, e ne conserviamo gelosamente non solo il ricordo, ma l'insegnamento, l'esortazione a capire, ad interrogarsi, a scegliere in modo consapevole. Sosteneva che uno dei peggiori insulti, scherno feroce degno di loro, che i nazisti riservarono agli internati fu la famigerata frase "Il lavoro rende liberi". Ferdinando ci ricordava spesso che non è affatto il lavoro a rendere liberi, nemmeno quando non è coatto (figurarsi nei lager), ma è la conoscenza. Il Falco è volato. Un uomo degno se n'è andato, lasciandoci, oltre alla tristezza, il dovere di raccoglierne l'insegnamento e l'esempio.Desideriamo offrire un omaggio alla sua memoria, realizzando una giornata di studio e di riflessione sulla sua figura. Lo faremo presto, coinvolgendo le persone che lo hanno conosciuto meglio di noi, e che potranno aiutarci a capire perché Ferdinando De Leoni era un Partigiano.
Un abbraccio alla famiglia, ai compagni dell'ANPI di Roma, a chi gli ha voluto bene.
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Informiamo chi potesse partecipare alle esequie, che la camera ardente sarà visitabile domani dalle ore 08.00 alle 10.00 al Policlinico, in P.le Verano. I funerali alle ore 11.00 nella chiesa di S. Mattia in via Renato Fucini.



G.Morsillo
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Riceviamo da Marianna De Leoni, figlia di Ferdinando, e condividiamo con tutti voi.


Ringrazio Giovanni e tutti i compagni di queste parole per il mio amatissimo papà, come gli ho già potuto dire , vi esorto tutti per lui a continuare tutti insieme ostinatamente la battaglia per l'antifascismo, per la giustizia, la libertà. Sono tempi in cui è fondamentale di nuovo una resistenza delle idee e delle convinzioni democratiche ed è fondamentale per noi continuare l'esempio di persone come lui, che ci mancheranno immensamente, ma non ci lasciano senza averci donato una testimonianza viva, che resta e che è nostro compito far continuare a vivere.



Maria (Marianna) de Leoni






























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