A conti fatti manca veramente poco alla piena realizzazione
del Piano di Rinascita pidduista di
Licio Gelli. Dopo i ripetuti attacchi alla costituzione, all’art.138 ma non
solo, il letale combinato disposto fra la riforma del bicameralismo perfetto e
la legge elettorale, è il maglio che potrà abbattere le ultime difese e
consentire alle derive autoritarie e antidemocratiche di raggiungere
quell’obbiettivo che, sin da subito dopo la promulgazione della costituzione,
una contro-rivoluzione capitalista borghese ha tentato di perseguire con
l’aiuto in primis delle organizzazioni criminali, mafia e camorra in
testa.
La riforma che elimina i
bicameralismo perfetto prevede l’abolizione del Senato sostituito con un
parcheggio e annesso lavaggio di fedina penale , per amministratori locali
inquisiti. I cittadini la fatica di eleggere i senatori l’avranno sostenuta nell’ambito delle elezioni locali,
votando per consiglieri regionali e sindaci che, tramite riffa e stato della fedina penale, andranno a scaldare le sedie di Palazzo Madama.
Nel tragitto fra la loro assise locale e
la Camera Alta, si ritroveranno depurati da ogni reato eventualmente a loro
ascritto. Fra una riunione e l’altra
delle commissioni affari istituzionali, è saltata fuori anche la norma che
innalza da 50.000 a 250.000 le firme necessarie per presentare le leggi d’iniziativa
popolare, per le quali non è più obbligatoria la votazione in aula. Esautorato
il Senato e la prerogativa della collettività di presentare leggi di iniziativa
popolare, rimane la sola Camera dei
Deputati destinata, per finta, alle
funzioni legislative.
Per finta, perché a
rendere i deputati burattini nelle mani del presidente del consiglio, ci pensa
la seconda parte della strategia di piena attuazione del programma P2. La legge
elettorale, denominata con molta fantasia
“Italicum”. Questa prevede liste
bloccate formate dai nominati da parte
di capi e capetti. Liste brevi si
capisce, ma comunque si sottopone al cittadino la brodaglia bella e pronta,
vedi mai che dovesse sbagliarsi nelle
urne.
I piccoli partiti per eleggere dei deputatati dovranno superare,
la
soglia dell’8%, si tratta di oltre quattro milioni di voti. Ciò significa quindi
togliere facoltà di rappresentanza a quei cittadini che non si affideranno ad un
comitato elettorale con un bacino di voti così alto. O meglio esiste la formula
capestro per cui se un partitino decide di entrare in coalizione la soglia di
ingresso quasi si dimezza, è sufficiente il 4,5%
dei voti per entrare in qualità di portaborse del partito più grande. Se
non si raggiunge il 4,5% non si ha
diritto di entrare in Parlamento e si regalano
i voti al partitone, il quale usufruirà per comandare, anche di preferenze non sue.
Per esempio se il partitone della coalizione
raggiunge il 20% delle preferenze e altri 5 partitini satelliti raccolgono il 4% ognuno, la coalizione avrà raggiunto il 40%,
superato la soglia per il ballottaggio posta al 37% e dunque potrà ottenere come da legge il 55% dei deputati. Ma i partitini satelliti, non avendo superato
la soglia del 4,5%, rimarrebbero a casa dopo
aver regalato sic et simpliciter un 20%
di voti al partitone principale.
Cioè per semplificare, se girano le congiunture
giuste, un partito con il 20% delle preferenze potrebbe riuscire ad
ottenere il 55% dei seggi dell’unico organo legislativo rimasto la Camera. Con
soli dieci milioni di voti si acquisisce il potere sulla vita di altri
cinquanta milioni di cittadini, quaranta dei quali non si sono espressi a
favore del ducetto che li tiranneggerà.
Inoltre con soli 100 senatori in luogo
dei 319 del vecchio Senato, per eleggere il Capo dello Stato potrà essere maggiormente determinate
la sola camera dei deputati, la quale potrà arrivare all’elezione del nominato
già al 3 scrutinio, quando sarà necessaria
la maggioranza di due terzi che scende al 51%. Il presidente del consiglio
eletto da solamente il 20% degli italiani sarà in grado dunque di scegliere anche il
presidente della Repubblica che più gli garba e, in combutta con lui, sarà
semplice controllare la Corte Costituzionale in cui dieci dei quindici giudici saranno nominati 5 dal
governo, 5 dal presidente della repubblica di fatto eletto dal governo. Scommettiamo che poche o nessuna legge sarà
giudicata incostituzionale?
L’innalzamento
dell’età pensionabile vale per tutti tranne che per i magistrati che invece
cala da 75 a 70 anni di servizio. In base a questa norma molti magistrati
ultrasettantenni andranno in pensione lasciando scoperte diverse procure. I prossimi funzionari saranno nominati
dal CSM i cui membri laici (di nomina
politica) saranno di stretta osservanza governativa. Ecco dunque che con poco
più di dieci milioni di voti, si potrà avere potere anche sulle procure.
Riepilogando con soli dieci milioni di voti, o
poco più, si potrà governare, manovrando il parlamento a colpi di decretazione
d’urgenza, eleggere il presidente della Repubblica, controllare la Corte
Costituzionale, il CSM e di conseguenza le procure. Si realizzerebbe in pieno il Piano di Rinascita della P2. Complimenti a
Berlusconi ed ai nuovi campioni del ultraliberismo italiano per questo
successo! Ma qualcosa non torna. Santi numi a realizzare il Piano di Rinascita
non è il centro destra ma il Pd. Gli eredi
di Gramsci e Berlinguer a tanto sono arrivati!
Grazie al nuovo condottiero Renzi……Renzi chi? Ah il nuovo cretino
burattino nella mani del potere capitalistico finanziario. L’Ennesimo servo del
capitale sbandierato come uomo della provvidenza. Già ma la provvidenza di chi? A tutti i sinceri democratici: non sarebbe ora di farsi sentire e fermare questo scempio? Non so voi, ma io sono
seriamente preoccupato di porre la mia vita in mano a dei servi cretini.
Qualche tempo fa ti ho mandato, ed hai pubblicato, un articolo su quello che Togliatti chiamava FODRIA , ovvero Forze Oscure Della Reazione In Agguato.
RispondiEliminaOggi non sono più oscure, né in agguato, ma governano maggioranza ed hai'opposizioni ' alla luce del sole.
Saluti antirenziani
Mario Morsillo