traduzione di Luciano Granieri
Austin è un borgo Country and Blues, un paradiso rock senza confini, un
posto che abbraccia autori di canzoni in grado di trasformare in poesia il loro
passato. Ma non si sa molto su una tradizione di Austin come città del jazz. E’
assolutamente stupendo poi che, per consolidare questa tradizione un paio di
Austinites: il trombettista Kenny Dorham e il bassista Gene Ramey - non solo
per aver accompagnato Charlie Parker e Lester Young, ma anche per aver suonato fra la fine degli anni ’40 all’inizio dei ’50, nelle
sessioni di Thelonius Monk - sono stati definiti dalla critica “fra i più
significativi e originali musicisti del jazz moderno”. Venire dalla scuola per
neri di East Austin, la L.C. Anderson High School, per arrivare alla 52° strada
di Manhattan e suonare con i migliori è una via che solo i talenti possono aprire . Ma Dorham
e Ramey, che furono entrambi scelti in
molte sessioni di lavoro per la loro fama di essere straordinari
side man, ai margini della ribalta, non erano molto conosciuti ad
eccezione dei veri appassionati di jazz. Dorham che morì per una malattia
renale nel 1972 a 48 anni, era
nell’ombra dei tre migliori trombettisti della bop era: Miles Davis, Dizzy Gillespie, Fats Navarro.
Ma si sarebbe accontentato dell’etichetta “di trombettista, uomo pensante”.
Dorham faceva parte di un gruppo di giovani allievi suonatori di ottoni che sgattaiolavano via dall’autoritaria luce del direttore dell’orchestra
del Sousa-Lovin, B.L. Joyce, per improvvisare jazz nel cortile degli amici Roy e Alvin Patterson, al civico 1709 di Washington Avenue.
Inoltre in questo circolo di ottoni suonavano Gil Askey, desinato a diventare uno
dei più grandi arrangiatori di ottoni, all’interno della Motown, il trombonista
Buford Banks, e un paio di trombettisti swing, Paris Jones e Rip Ross.
In un’intervista del 2004 rilasciata all’American Statesman,
Alvin Patterson (che avrebbe sostituito Joyce come direttore dell’orchestra di
Anderson nel 1955), definì Dorham come un profondo e quieto soggetto come lui realmente
era “molto riflessivo e percettivo”. Dorham,spesso avrebbe voluto porsi dietro i musicisti più anziani, in particolare
rispetto a Hermie Edwards, uno dei più ruvidi trombettisti dell’East Side.
Dopo le scuole secondarie, frequentò l’università di Wiley a
Marshall dove si laureò in chimica. Ma solo dopo un anno di università, Dorham
fu dichiarato inabile all’esercito e congedato nel 1943.
Il primo concerto a cui Dorham partecipò fu in California
con l’orchestra di Russel Jaquet, come riporta il Texan Jazz di Dave Oliphant (Agenzia di stampa universitaria
del Texas). Dorham trovò la sua grande occasione nel 1945,quando
sostituì Navarro nell’orchestra di Bill Eckstine, la prima band di Be Bop, fra
le cui fila militarono musicisti del calibro di, Parker, Davis, Gillespie,
Dexter Gordon e Sarah Vaughan.
Patterson incontrò l’amico con la sua marching band quando Dorham
stava suonando a Boston insieme alll’orchestra di Eckstine . “Era solito
copiare Erskine Hawkins” Patterson
ricordò i giorni di Anderson. “Kenny amava eseguire quel “Tuxedo Junction” ma cominciava a suonare
partendo da una fraseggio tutto suo”.
Nel periodo di Natale del 1948, Miles Davis, non potendo
tenere un concerto con il quintetto di Charlie Parker, indicò Dorham come suo
sostituto. La collaborazione durò per due anni, compresa una parentesi sensazionale nel 1949 a Parigi al primo
festiva jazz internazionale della città.
Sebbene Dorham suonò con Parker nell’ultima grande
performance del sassofonista, nel 1955, egli passò gran parte dei primi anni ’50
lavorando come sideman di Monk, Bud Powell, Sonny Stitt, ed altri. Nel 1954 fondò
insieme ad Art Blakey i Jazz Messenger un gruppo destinato ad influenzare in
modo decisivo l’evoluzione jazzistica che seguì.
Più tardi, Dorham guidò diversi gruppi propri, registrando
album di tutto riguardo come “Afro Cuban” nel 1955, “Jazz Contrasts”nel ’57 . E
il notevole “Una Mas”nel 1963.
“Nella sua autobiografia,
Miles Davis scrisse come Kenny Dhoram fosse uno strumentista sottovalutato”
Afferma Thomas Helfin, i cui New Six Jazz Project suoneranno un tributo a Dorham nell’anniversario della
nascita all’ Elephant Room. “Non era sfavillante come Dizzy (Gillespie) o
estremamente elegante come Miles, ma c’era uno straordinario lirismo nel modo in
cui Dorham articolava le note”.
Dorham trattava i toni scuri, bassi con una tale tenerezza e vulnerabilità, da
essere definito come il più poetico fra i trombettisti. “Rappresentò l’era
della Blue Note” sostiene Helfin in riferimento alla firma che l’etichetta
discografica, pose sul jazz degli anni ’50 e ’60.
In qualche occasione fu anche, un cantante molto blusey, scrisse lo standard jazz “Blue Bossa” Scoprì e
aiutò nei suoi primi passi un giovane e talentuoso sassofonista come Joe
Henderson.
Patterson, recentemente scomparso, riuscì a incontrare Dorham un’ultima volta, quando questi tornò a
casa per suonare, nel 1966 al Longhorn Jazz Fest al vecchio Disch Field. Lo
iscrisse anche al festival con John
Coltrane, Lightin’Hopkins, Elvin Jones, Dave Brubeck e l’ex cittadino di Austin
Teddy Wilson.
E’anche corretto affermare che Austin può essere ricordato,
per il pianista preferito da Billie Holiday, Teddy Wilson, che incontrò nel 1935
quando suonava nel trio di Benny Goodman (Con Gene Krupa alla Batteria). Figlio
di insegnanti, Wilson nacque qui, ma si trasferì in Alabama all’età di sei anni
seguendo il padre che aveva trovato da insegnare al Tuskegee Institute.
Dorham e Ramey, insieme con il chitarrista di Nat King Cole,
Oscar Moore, sono i maggiori rappresentanti di Austin nel panorama mondiale
della musica jazz, perché il loro modo di suonare si pose al servizio della melodia.
Dohram merita qui una particolare menzione perché ha
influenzato Martin Banks che ha suonato la tromba nella band dell’Apollo
Theater e che ha passato il testimone alla successiva generazione di musicisti
di Austin, incluso Ephraim Owens.
Li è sempre destinata
a crescere una nuova generazione di gatti profondamente pensatori per mantenere vivo
il lascito di Dorham.
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