Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 30 agosto 2017

Il governo vara misure contro i poveri (non contro la povertà)

Luciano Granieri


"Italian first", per chi non conosce l’inglese, e non è fan di Donald Trump traduciamo. Prima gli Italiani. Era ora!  Dopo aver riempito  alberghi a 5 stelle  e immobili pregiati di immigrati,   serviti e riveriti.  Dopo aver contaminato  le piscine degli italiani con frotte  di negri, finalmente i governanti pensano anche a noi poveri cristi nazionali. 

L’esecutivo  ha varato il “Rei”, per chi conosce l’italiano, e non è fan di Renzi traduciamo: “Reddito d’inclusione per le famiglie indigenti”.  Ai più attenti non sfuggirà che questo provvedimento era già stato approvato in via definitiva al Senato attraverso una  legge delega nel marzo scorso. Ciò  che il governo ha varato ieri non sono altro che i decreti attuativi della norma licenziata a marzo. 

Ma la geniale strategia comunicativa  impone di auto incensarsi due volte per la stessa legge. La prima quando questa viene licenziata, la seconda quando ne vengono definite le modalità di attuazione. Quanto  scommettiamo che il prossimo annuncio strabiliante sarà, più o meno, a ridosso delle elezioni?  Quando cioè saranno definiti i decreti attuativi di un dispositivo già approvato,  la  cosiddetta Ape volontaria?  (tradotto per chi non è fan renziano “anticipo pensionistico”). Il  provvedimento in base al quale è consentito a chi lo richiede  di   andare   in pensione anticipatamente.  Sarà dura però farcela per la tornata elettorale . Infatti, per stessa ammissione dei dirigenti del ministero del lavoro, la legge è stata scritta con i piedi dai consulenti renziani di Palazzo Chigi, renderla operativa con un programma di attuazione decente richiederà, molto, ma molto tempo. 

Torniamo al Rei .  Per i nuclei familiari il cui reddito ISEE complessivo non supera i 6mila euro,al di sotto della soglia di povertà quindi, è possibile richiedere una card, su cui verranno caricati dai 190 ai 480 euro mensili, dipende da quanto sono disperate le famiglie beneficiarie. I nuclei  familiari che vivono al di sotto della soglia di povertà sono 1 milione e 619mila, ma i soldi resi disponibili per equesta misura bastano solo per 400 mila -500 mila famiglie al massimo. I fondi  stanziati, infatti,  sono la miseria di  1milardo e ottocentomilioni. Solo  un terzo di coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà potranno ricevere l’elemosina governativa.    

Chi vive al di sotto questa soglia  non ha il minimo indispensabile per una vita dignitosa: per alimentarsi, per vestirsi, curarsi e mettersi un tetto sulla testa. Tale  condizione coinvolge il milione e seicento mila famiglie povere nella loro totalità , non solo un terzo di esse.  Come si farà a stabilire che la famiglia inserita  nella posizione n. 499mila della  graduatoria sia  più meritevole di accedere ad una vita dignitosa della famiglia che sta al n.700mila? La condizione di povertà è certificata per tutti. 

E’ una passo in avanti? E’ una presa in giro. Ma niente paura. Prima gli italiani! Se il Rei non è il massimo, cari concittadini  consolatevi.  Fra qualche tempo non dovrete subire più l’odiosa invasione degli immigrati. Mentre il governo varava la Rei, a Parigi, Gentiloni, Macron, Merkel, e Rajoy decidevano con i leader di Ciad, Nigeria e al-Sarraj -il capo della Libia che riconosce solo  l’Europa -le tangenti che dobbiamo pagare ai presidenti dei  suddetti paesi africani, per fare in modo che gli immigrati, almeno quello economici, non arrivino neanche a prendere il mare. 


Saranno tanti soldi, perché si dovranno organizzare e insediare, campi profughi in Ciad in Niger e nella Libia di Tripoli.  Da qui si dovrà rendere possibile la divisione criminale fra richiedenti asilo  e migranti  economici, per consentire solo ai primi di partire .  Agli  altri ci penseranno i tagliatori di teste del Ciad del  Niger della Libia    che noi pagheremo profumatamente per tenere la deportazione lontana dal nostro suscettibile sguardo. Serviranno  risorse per   finanziare corpi militari particolari, incaricati di murare i nostri confini sin dalle zone sub-sahariane. Sarà necessario foraggiare le bande libiche per convincerli  come sia   più remunerativo, per loro, trattenere gli immigrati nei campi di concentramento, piuttosto che farli partire. 

A Erdogan, presidente turco, sono bastati sei miliardi per bloccare la rotta balcanica. Qui ce ne vorranno molti, di più. Sei, dieci, quindici? Però vuoi mettere il sollievo di annunciare ai propri cittadini, e in particolare a quelli poveri, che non dovranno più  brigare con l’immigrato che gli ruba, il lavoro, la casa, le panchine, e perfino  le donne?

 Eccole dunque le misure contro l’indigenza. Misure contro i poveri, non contro la povertà. Il nostro governo spenderà non meno di dieci  miliardi  per confinare la povertà africana al di là del Mediterraneo, fregandosene bellamente della gente che creperà nel deserto o nei campi di concentramento dei Paesi amici. Mentre  ha stanziato un miliardo e ottocentomila euro per prendere in giro i disperati nazionali. E’ brutto essere poveri sia al di qua che al di là del mediterraneo. Li ti condannano ad un destino infame, qua ti prendono per il culo. 

E se i soldi che generosamente elargiremo ai leader di Ciad, Niger e Libia , per bloccare gli immigrati, li destinassimo a reali misure contro la povertà, in aggiunta a quella miseria stanziata per il Rei? Parliamo, forse,  di  una decina di miliardi, o poco più. Con queste cifre si potrebbe realmente studiare un piano efficace per aiutare gli indigenti, i poveri conclamati  e quelli che lo diventeranno. Sarebbe possibile  pianificare seri piani   d’inclusione attiva anche nel mondo del lavoro. 

A questo ragionamento aggiungiamo che, al fine di  regalare a Intesa San Paolo gli asset remunerativi delle banche venete in fallimento,  qualche mese fa, sono stati trovati in un battibaleno 17miliardi di euro, più o meno gli stessi soldi che saranno spesi per umiliare i poveri al di qua e al di là del Mediterraneo. Allora  non sarà che la colpa dell’indigenza  e della povertà, che tutta insieme conta più di 4milioni di famiglie, anzichè degli immigrati   è di quelli che per il disturbo di comprarsi a 1 euro due banche hanno ricevuto in  regalo 17miliardi di denaro pubblico ?  

E non sarà che ulteriori colpe siano  da ascrivere anche ai politici  che i soldi li tolgono ai più deboli, per arricchire i banchieri?  Cerchiamo di valutare con più acume chi è il nemico e forse l’acredine e la rabbia saranno  indirizzate contro i veri responsabili,  anziché alimentare devastanti  guerre fra poveri tanto care a chi comanda.


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