"Italian first", per chi non conosce l’inglese, e non è fan di
Donald Trump traduciamo. Prima gli Italiani. Era ora! Dopo aver riempito alberghi a 5 stelle e immobili pregiati di immigrati, serviti e riveriti. Dopo aver contaminato le piscine degli italiani con frotte di negri, finalmente i governanti pensano
anche a noi poveri cristi nazionali.
L’esecutivo
ha varato il “Rei”, per chi conosce l’italiano, e non è fan di Renzi
traduciamo: “Reddito d’inclusione per le famiglie indigenti”. Ai più attenti non sfuggirà che questo
provvedimento era già stato approvato in via definitiva al Senato attraverso
una legge delega nel marzo scorso. Ciò che il governo ha varato ieri non sono altro
che i decreti attuativi della norma licenziata a marzo.
Ma la geniale strategia
comunicativa impone di auto incensarsi
due volte per la stessa legge. La prima quando questa viene licenziata, la
seconda quando ne vengono definite le modalità di attuazione. Quanto scommettiamo che il prossimo annuncio
strabiliante sarà, più o meno, a ridosso delle elezioni? Quando cioè saranno definiti i decreti
attuativi di un dispositivo già approvato, la cosiddetta Ape volontaria? (tradotto per chi non è fan renziano “anticipo
pensionistico”). Il provvedimento in
base al quale è consentito a chi lo richiede di andare in pensione anticipatamente.
Sarà dura però farcela per la tornata elettorale . Infatti, per stessa
ammissione dei dirigenti del ministero del lavoro, la legge è stata scritta con
i piedi dai consulenti renziani di Palazzo Chigi, renderla operativa con un
programma di attuazione decente richiederà, molto, ma molto tempo.
Torniamo al
Rei . Per i nuclei familiari il cui
reddito ISEE complessivo non supera i 6mila euro,al di sotto della soglia di
povertà quindi, è possibile richiedere una card, su cui verranno caricati dai
190 ai 480 euro mensili, dipende da quanto sono disperate le famiglie
beneficiarie. I nuclei familiari che
vivono al di sotto della soglia di povertà sono 1 milione e 619mila, ma i soldi resi disponibili per equesta misura bastano solo per 400 mila -500 mila famiglie
al massimo. I fondi stanziati, infatti, sono la miseria di 1milardo e ottocentomilioni. Solo un terzo di coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà potranno
ricevere l’elemosina governativa.
Chi
vive al di sotto questa soglia non ha il
minimo indispensabile per una vita dignitosa: per alimentarsi, per vestirsi,
curarsi e mettersi un tetto sulla testa. Tale condizione coinvolge il milione e seicento
mila famiglie povere nella loro totalità , non solo un terzo di esse. Come si farà a stabilire che la famiglia
inserita nella posizione n. 499mila della graduatoria sia più meritevole di accedere ad una vita dignitosa della famiglia
che sta al n.700mila? La condizione di povertà è certificata per tutti.
E’ una
passo in avanti? E’ una presa in giro. Ma niente paura. Prima gli italiani! Se
il Rei non è il massimo, cari concittadini consolatevi. Fra qualche tempo non dovrete subire
più l’odiosa invasione degli immigrati. Mentre il governo varava la Rei, a
Parigi, Gentiloni, Macron, Merkel, e Rajoy decidevano con i leader di Ciad,
Nigeria e al-Sarraj -il capo della Libia che riconosce solo l’Europa -le tangenti che dobbiamo pagare ai
presidenti dei suddetti paesi africani,
per fare in modo che gli immigrati, almeno quello economici, non arrivino
neanche a prendere il mare.
Saranno tanti soldi, perché si dovranno organizzare e insediare, campi profughi in Ciad in Niger e nella Libia di
Tripoli. Da qui si dovrà rendere
possibile la divisione criminale fra richiedenti asilo e migranti economici, per consentire solo ai primi di partire
. Agli altri ci penseranno i tagliatori di teste del
Ciad del Niger della Libia che noi
pagheremo profumatamente per tenere la deportazione lontana dal nostro suscettibile
sguardo. Serviranno risorse per finanziare corpi militari particolari,
incaricati di murare i nostri confini sin dalle zone sub-sahariane. Sarà
necessario foraggiare le bande libiche per convincerli come sia più remunerativo,
per loro, trattenere gli immigrati nei campi di concentramento, piuttosto che
farli partire.
A Erdogan, presidente turco, sono bastati sei miliardi per bloccare la rotta
balcanica. Qui ce ne vorranno molti, di più. Sei, dieci, quindici? Però vuoi
mettere il sollievo di annunciare ai propri cittadini, e in particolare a quelli
poveri, che non dovranno più brigare con l’immigrato che gli ruba, il lavoro,
la casa, le panchine, e perfino le donne?
Eccole dunque le misure contro l’indigenza. Misure contro i poveri, non contro la povertà. Il nostro governo spenderà non meno di dieci miliardi per confinare la povertà africana al di là del Mediterraneo, fregandosene bellamente della gente che creperà nel deserto o nei
campi di concentramento dei Paesi amici. Mentre ha stanziato un miliardo e ottocentomila euro
per prendere in giro i disperati nazionali. E’ brutto essere poveri sia al di
qua che al di là del mediterraneo. Li ti condannano ad un destino infame, qua
ti prendono per il culo.
E se i soldi che generosamente elargiremo ai leader di
Ciad, Niger e Libia , per bloccare gli immigrati, li destinassimo a reali
misure contro la povertà, in aggiunta a quella miseria stanziata per il Rei?
Parliamo, forse, di una decina di miliardi, o
poco più. Con queste cifre si potrebbe realmente studiare un piano efficace per
aiutare gli indigenti, i poveri conclamati
e quelli che lo diventeranno. Sarebbe possibile pianificare seri piani d’inclusione
attiva anche nel mondo del lavoro.
A questo ragionamento aggiungiamo che, al fine di regalare a Intesa San Paolo gli asset remunerativi
delle banche venete in fallimento, qualche mese fa, sono stati trovati in un battibaleno
17miliardi di euro, più o meno gli stessi soldi che saranno spesi per umiliare
i poveri al di qua e al di là del Mediterraneo. Allora non sarà che la colpa dell’indigenza e della povertà, che tutta insieme conta più
di 4milioni di famiglie, anzichè degli immigrati è di quelli che
per il disturbo di comprarsi a 1 euro due banche hanno ricevuto in regalo 17miliardi di denaro pubblico ?
E non sarà che ulteriori colpe siano da ascrivere anche ai politici che i soldi li
tolgono ai più deboli, per arricchire i banchieri? Cerchiamo di valutare con più acume chi è il
nemico e forse l’acredine e la rabbia saranno indirizzate contro i veri
responsabili, anziché alimentare devastanti guerre fra poveri tanto care a chi comanda.
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