Comitato provinciale acqua pubblica
Frosinone - L.go Paleario 7
Tel. 0775-1881342 (mercoledì dalle 16 alle 18)
|
Alla c.a. dei Sindaci
c.a. Consiglieri Comunali
Da tempo è in atto un tentativo di ripubblicizzazione del servizio idrico, con la quale gli amministratori pubblici devono prendersi la responsabilità di gestirlo ad esclusivo beneficio dei cittadini e non scaricare i tanti problemi esistenti sui cittadini. Ripubblicizzare non significa che i singoli Comuni si riprendono in carico da soli la gestione dell’intero servizio, bensì trovare la giusta formula di cooperazione tra più Comuni per garantire un servizio di qualità al costo più basso.
Nel Lazio, la strada già è stata tracciata, dai cittadini stessi, con la proposta di legge di iniziativa popolare “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” diventata a tutti gli effetti Legge Regionale ad aprile 2014 (L.R. n. 5/2014).
A tale legge deve seguire un atto amministrativo che, in attuazione dell'art. 5 di suddetta Legge Regionale, istituisca gli Ambiti di Bacino Idrografico e disponga la Convenzione di Cooperazione Tipo per il governo dei medesimi.
Essendo giunti in una fase decisiva della vicenda, si chiede quindi ai Consigli comunali dei Comuni che ricadono nell’attuale territorio dell’ATO 5 di sollecitare la Regione Lazio affinché approvi il suddetto atto amministrativo
Chiediamo inoltre ai Sindaci facenti parte della Consulta d’Ambito e della Conferenza dei Sindaci di inserire nell’ordine del giorno della prossima assemblea la “Ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato” per discutere sulla definizione dei nuovi ambiti di bacino idrografico e predisporre uno studio di fattibilità tecnica ed economica che esamini le diverse opzioni di ripubblicizzazione.
A tal proposito si allega una mozione da presentare in consiglio e, una volta approvata, da reinviare al Presidente della Regione Lazio e a tutti i gruppi consiliari.
Saluti.
Proposta di mozione per il Consiglio comunale
Oggetto:
impegno per l’attuazione della Legge regionale 4 aprile 2014, n.5 “Tutela,
governo e gestione pubblica delle acque”
IL
CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE
·
l'acqua è un bene essenziale ed insostituibile
per la vita e, pertanto, la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile e
all'acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi
costituiscono un diritto inviolabile dell'uomo, un diritto universale,
indivisibile, che si può annoverare fra quelli di cui all'articolo 2 della
Costituzione;
·
con la promulgazione della Carta Europea
dell'Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell'acqua come “bene comune”
per eccellenza si è progressivamente affermata a livello mondiale;
·
il principio dell'accesso all'acqua come diritto
fondamentale di ogni persona, secondo criteri di parità sociale e di
solidarietà, e stato, altresì, ribadito dall'assemblea Generale delle Nazioni
Unite (Risoluzione ONU del 29 luglio 2010);
·
inoltre, la risoluzione del Parlamento Europeo
del 11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già affermava “essendo
l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve
essere assoggettata alle norme del mercato interno”;
·
la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15
marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell'Acqua dichiara “l'acqua è un bene
comune dell'umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi
necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazioni più povere entro il
2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su
un'impostazione partecipativa e integrata, che coinvolga gli utenti ed i
responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua
a livello locale e in modo democratico”;
·
“un più ampio accesso alle informazioni e una
maggiore partecipazione ai processi decisionali migliorano la qualità delle
decisioni e ne rafforzano l'efficacia, contribuiscono a sensibilizzare il
pubblico alle tematiche ambientali e gli consentono di esprimere le sue preoccupazioni,
permettendo alle pubbliche autorità di tenerne adeguatamente conto”, come
sancito dalla Convenzione Internazionale di Aarhus (1998), ratificata dal
nostro Parlamento con legge n. 108 del 2001 e approvata dalla Comunità europea
con decisione n. 2005/370/CE del Consiglio, del 17 febbraio 2005;
·
l’articolo 43 della Costituzione cita: “A
fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire,
mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a
comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese,
che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a
situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale”.
·
l'esito della consultazione referendaria del 12
e 13 giugno 2011, sancito dai decreti presidenziali pubblicati in Gazzetta
Ufficiale - Serie Generale n. 167 del 20-7-2011, ha determinato l'abrogazione
sia dell'articolo 23-bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito
con la legge 6 agosto 2008, n. 133 e successive modificazioni e integrazioni,
sia del comma 1 dell'articolo 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152;
RITENUTO CHE
·
il bene acqua, pur essendo rinnovabile, per
effetto dell'azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità
individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza,
e conservarlo affinché sia accessibile a tutti e disponibile per le future
generazioni;
·
i cambiamenti
climatici a livello mondiale stanno alterando gli equilibri del pianeta,
producendo effetti che si manifestano anche in Italia con piogge torrenziali
alternate a siccità prolungate e, nella nostra regione, con preoccupanti processi
che determinano l’impoverimento delle falde acquifere;
·
per le ragioni e
considerazioni in premessa, è necessaria una rinnovata iniziativa di tutte le
pubbliche istituzioni per far si che l’acqua, risorsa naturale limitata,
continui ad essere considerata bene comune pubblico e non merce condizionata
dal mercato e dal profitto;
·
non è
ulteriormente accettabile e sostenibile lo stato in cui versano le risorse
idriche nel territorio del Comune di ____________________ e, più in generale,
quelle all’interno della regione Lazio, caratterizzata da un continuo
depauperamento in termini di quantità e qualità delle acque, dovuto
principalmente ad una mancanza di pianificazione e una gestione orientata a
massimizzare i profitti piuttosto che a garantire un servizio essenziale;
VISTO CHE
- il Consiglio
Regionale del Lazio ha approvato la legge di iniziativa popolare 04 Aprile
2014, n. 5 sulla “Tutela, governo e
gestione pubblica delle acque”;
- l’articolo 5 comma 1 della Legge
Regionale n. 5 del 04/04/2014 prevede che “Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente
legge, la Regione individua con apposita legge gli ambiti di bacino
idrografico e, al fine di costituire formalmente le Autorità di detti
ambiti, disciplina le forme e i modi della cooperazione fra gli enti
locali e le modalità per l’organizzazione e la gestione del servizio
idrico integrato, costituito dall’insieme dei servizi pubblici di
captazione, adduzione e distribuzione di acqua, di fognatura e di
depurazione delle acque reflue.”;
·
la Corte
Costituzionale, con la sentenza 13 luglio 2017 n. 173, ha stabilito che gli
Ambiti Territoriali Ottimali vanno definiti mediante un atto amministrativo e
non attraverso una Legge Regionale;
IMPEGNA
la Giunta comunale ed il
Sindaco a sollecitare il Presidente e la Giunta della Regione Lazio ad attuare la
L.R.
4 aprile 2014, n. 5 "Tutela, governo e gestione pubblica delle acque"
e quindi:
·
ad approvare un
atto amministrativo che in attuazione dell'art. 5 di suddetta Legge Regionale istituisce
gli Ambiti di Bacino Idrografico e dispone la Convenzione di Cooperazione Tipo
per il governo dei medesimi prendendo a base della
discussione la proposta di legge prodotta dal Coordinamento Regionale Acqua
Pubblica Lazio e depositata a firma di diversi consiglieri regionali, di
maggioranza e opposizione, denominata PdL n. 238 che punta alla definizione di
una pluralità di ambiti territoriali ottimali su base idrografica;
·
a porre in
essere, nelle more della definizione del nuovo assetto del servizio idrico
integrato sul territorio della regione, ogni possibile azione volta ad impedire
il passaggio forzato degli impianti dei comuni ai gestori del servizio in forza
delle convenzioni stipulate sulla base della normativa previgente e volta ad
intervenire immediatamente per la cessazione degli affidamenti e delle
concessioni non conformi alle norme europee;
Nessun commento:
Posta un commento