Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 20 marzo 2011

FACCIAMO FRONTE COMUNE CONTRO LA REPRESSIONE !

di Luc Girello

La pratica della violenza gratuita (lo stupro, come la tortura, la mortificazione del corpo e della dignità) è un fatto odioso, comunque e dovunque. Ma ancor più lo è se commesso in una caserma di polizia, in un centro di identificazione, in un carcere, con abuso della posizione di superiorità di chi è preposto alla custodia e nella convinzione che tale ruolo assicuri anche l'impunità (spesso a ragione ché l'esperienza giudiziaria dimostra quanto siano rare le denunce di violenze da parte di chi è ristretto e quante volte i lividi e le lesioni più evidenti siano attribuiti a liti con altri detenuti, a cadute, a fatti precedenti la detenzione...). Eppure accade; e non basta dire che si tratta di casi isolati.      Quando le violenze coinvolgono più persone (come attori o come spettatori indifferenti se non compiaciuti) questo rilievo non può appagare. Le violenze di Bolzaneto, le percosse a Stefano Cucchi, lo stupro del Quadraro - per limitarsi agli episodi più noti - sono (anche) il frutto di una cultura diffusa nella società e nelle forze dell'ordine. È la cultura della diseguaglianza, secondo cui gli "sbandati", i devianti (o presunti tali), i marginali sono "non persone" o, quantomeno, persone prive della pienezza dei diritti, nei cui confronti tutto è lecito. Quando la guerra alla povertà lascia il posto alla guerra ai poveri, questi ultimi diventano inferiori, ostili, nemici. E ciò li espone a ogni forma di sopruso e violenza. Dapprima a livello istituzionale (che senso ha arrestare per un furto di due maglie?) e poi, via via, nei comportamenti e nelle prevaricazioni dei singoli, considerati per lo più, se scoperti, "peccati veniali". Come è accaduto nel caso del Quadraro in cui i carabinieri coinvolti sono stati, prima che la vicenda emergesse sui media, semplicemente "trasferiti altrove e assegnati a compiti di ordine pubblico" (sic!). Se non si coglie questo collegamento nel profondo, il pur doveroso intervento punitivo nei confronti dei singoli non impedirà il ripetersi di fatti analoghi. 

AD UN MESE ESATTO DALLO STUPRO
MERCOLEDI 23 MARZO ORE 19
METRO “A” PORTA FURBA (QUADRARO)
FIACCOLATA CONTRO GLI ABUSI:
LO STATO STUPRA,
(CHI SARA’ IL PROSSIMO?)
FERMIAMOLI!!!


                         Assemblea Contro la Repressione Roma 15 Marzo 2011

Nessun commento:

Posta un commento