Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 22 marzo 2011

Joe Morello il drummer gentile

di Luciano Granieri



It is with great sadness that we report 
Joe's passing on March 12, 2011.
His impact on the world of music 
and on all those whose lives he touched 
will live forever.

Con grande tristezza annunciamo la morte di Joe, sopravvenuta il 12 marzo. Il suo impatto sul mondo della musica e su tutte le persone viventi  che l’hanno incontrato vivrà per sempre.

Questo è l’annuncio che compare sul sito di Joe Morello, l’ultimo batterista della storica  vecchia guardia dei Max Roach, Art Blakey , Philly Joe Jones, Buddy Rich. Morello si è spento nella sua casa di Irvington New Jersey all’età di 82 anni. Il  suo drumming era  veramente particolare. La sua batteria da strumento ritmico poteva trasformarsi in una fonte di armonia soprattutto nell’uso delle spazzole. Paul Desmond, formidabile alto-sassofonista che con Dave Brubeck al piano, Gene Wright al contrabbasso e Joe alla batteria costituì uno dei più grandi quartetti di tutta la storia del Jazz, sosteneva che nessuno come Morello riusciva a dare fluidità alle esecuzioni, con l’uso eccellente delle spazzole, ma anche con le bacchette forniva un supporto ritmico prezioso privo di smagliature  o rolls sopra le righe. Allo stesso modo Dave Brubeck, apprezzava la sua completa disponibilità a percorrere nuovi sentieri armonico-ritmici. Non è un caso che nello storico album “Time Out” inciso dal quartetto nel 1959 Joe Morello accettò la sfida di variare le misure dei brani. Si passa dal classico quattro quarti  al tre quarti di Katy’s Waltz, fino ad arrivare ad un incredibile  e inusuale scansione in cinque quarti del brano forse più famoso della storia del jazz, quel Take Five che prende il nome proprio dal particolare beat di Joe Morello, e che è diventato spesso sigla di jingle pubblicitari. Morello mostra un intuito pazzesco. Riesce sempre a capire e ad anticipare le idee armoniche di chi gli suona accanto. L’ingresso nel famoso quartetto di Brubeck risale al 1957 e segnerà la storia del cool jazz per 11 anni fino al 1968 data delle scioglimento del gruppo. La particolare sensibilità armonica di Morello deriva dai suoi studi e inidrizzi  musicali. Nato nel 1928 a Springfield Massachussets, a causa di una malattia della vista che lo rese ipovedente fin dalla nascita usciva di casa raramente, preferiva dedicarsi agli studi , in particolare alla musica. All’età di sei anni comincia a studiare violino e tre anni più tardi diventa  membro dell’Orchestra Sinfonica di Boston. Sarà violino solista nell’esecuzione del concerto per violino di Mendelsson. Ecco da dove viene la sua straordinaria capacità nell’intuire le variazioni melodiche e armoniche. Fortunatamente per noi e per il mondo dal jazz, ascoltando il suo  idolo ,  il grande violinista Jasha Heifetz , capì che non sarebbe  mai riuscito a suonare come lui e quindi a quindici anni decise di cambiare strumento e inizò lo studio della   batteria. Con lui scompare uno degli ultimi grandi jazzisti della guardia storica. La sua abilità unica nel far volare le spazzole su tamburi e piatti, la sua fluidità e originalità nello swing oltre a segnare in modo notevole l’evoluzione della batteria, rimarranno sempre nella memoria di chi ama questo strumento ma in generale di tutti i musicisti. Ciao Joe

Il primo video mostra  l’ esecuzione di   Take Five del quartetto di Dave Brubeck . Con Joe Morello alla batteria, Gene Wright al contrbbasso, Paul Desmond al sax alto e lo stesso Brubeck al Piano.
Il secondo è una clip di foto in cui si ascolta una stupenda esecuzione di Autumn Leaves Con uno strabiliante Morello alla batteria suonata con le spazzole e il contrabbassista Gary Mazzaroppi.
Buona visione.





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