Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 23 marzo 2011

Giuseppe Bonaviri itinerario letterario fra immagine e poesia

di Luciano Granieri


Ieri presso la Villa Comunale di Frosinone è  stata presentata in anteprima la mostra dedicata allo scrittore poeta siciliano, Giuseppe Bonaviri . L’esposizione dal titolo    “Walking Backwards with Giuseppe Bonaviri literary way, trough image and poetry” (Camminando a ritroso con Giuseppe Bonaviri  itinerario letterario fra immagine e poesia)  presenta una ricca  documentazione raccolta dal Centro Studi Internazionale Giuseppe Bonaviri e da Giuseppina Bonaviri.   Sarà possibile visitare la mostra fino a  domenica 27 marzo. Si è già svolto nel dicembre scorso  un ciclo di eventi dedicato  al celebre scrittore  nato a Mineo in provincia di Catania .  Una manifestazione culturale itinerante  dal titolo“Letture Giuseppe Bonaviri”  . Nello specifico sono stati organizzati  quattro diversi incontri,  presso la sala convegni della Provincia, presso   librerie e associazioni culturali della città dedicati all’attività letteraria del poeta con lo scopo  di riviverne l’opera e la vita. Oggi a due anni esatti dalla morte, Bonaviri  ci ha lasciati il 21 marzo del 2009, assistiamo con piacere e con un pizzico di emozione a questa nuova iniziativa presso la Villa Comunale in cui è possibile accedere ad una vasta e suggestiva documentazione dedicata allo scrittore ciociaro d’adozione,  in cui attraverso fotografie, scritti, oggetti, libri, emerge la reale e immaginaria personalità di Bonaviri. Reale e immaginario apparentemente è un ossimoro, ma nella vita di Giuseppe spesso la realtà diventa immaginario, poesia. Mi fermo qui. Non sarei minimamente in grado di valutare la valenza letteraria di un autore. Sono un accanito lettore ma  riesco solo ad esprimere giudizi  assolutamente soggettivi e per nulla autorevoli su un’opera. Dunque le note che seguiranno sono semplicemente frutto delle sensazioni di un appassionato lettore che ha assistito agli eventi di dicembre e alla mostra che ha avuto inizio ieri.  Il primo elemento ad emergere prepotentemente è la grande partecipazione e coinvolgimento dei giovani durante tutto lo svilupparsi delle manifestazioni. Ciò grazie alla dedizione di Giuseppina Bonaviri figlia dello scrittore e alla sua famiglia,  grazie al  lavoro della giovanissima  dottoressa  Camilla Pulcinelli laureatasi brillantemente con una tesi su Giuseppe Bonaviri, all’inventiva della professoressa, nonché redattrice di Aut, Fausta Dumano,  le quali sono riuscite a trasmettere a giovani e giovanissimi tutta la passione e la lucidità espressiva che trasuda dalle pagine dello scrittore candidato più volte al premio Nobel per la letteratura. La stessa presentazione della mostra ha registrato il coinvolgimento degli alunni delle elementari (quarto circolo di Frosinone), delle medie (Istituto Aldo Moro) e del Liceo Artistico A. Bragaglia. Con molta partecipazione i ragazzi hanno letto pagine e testimonianze su Giuseppe Bonaviri, mentre gli studenti del Liceo Artistico hanno realizzato un quadro. Un'altra aspetto preponderante   è  stato, più che  l’internazionalità di Bonaviri, la sua GLOCALITA’ . Il pupo siciliano e la copertina del libro “O Rio de Pedra”  -versione tradotta in spagnolo del “Fiume di Pietra” - Il carretto siciliano e la versione inglese di “Silvinia”, le foto di Mineo, la sua fida macchina da scrivere e “L’Hystoire incroyable d’un crane” - versione in Francese dell’” Incredibile storia di un cranio” - sono la dimostrazione di come la grandezza dello scrittore riesca a trasformare le sue intime emozioni, l’amore per la sua terra e per i suoi affetti in emozioni e affetti universali. L’amore e la passione per il suo locale diventa patrimonio culturale globale. Ma la sensazione più forte è stata la commozione che ha colto il sottoscritto durante la proiezione della clip a lui dedicata. Il fluire  di immagini commentate da musiche care  allo scrittore,  come la marcetta    “Vecchio Scarpone”  -canzone resa famosa nel primo dopoguerra da Gino Latilla -  i ragazzi affascinati seduti in religioso silenzio attorno allo schermo, hanno determinato un pathos tale che una lacrimuccia è scappata anche a me orso comunista un po’ acido.   Non so  se le sensazioni che ho riportato saranno condivise, ma un cosa è certa; andate a visitare la mostra allestita presso la Villa Comunale fino al 27 marzo, ne vale veramente la pena. Nel video che segue commentato dal brano di Pat Metheney Last train home è possibile avere un piccolo assaggio di ciò che si potrà ammirare dal vivo.  


1 commento:

  1. La passionalità che leggo in questo tuo pezzo mi era sconosciuta. Ah noi comunisti così eterni, così dolci, così puri. Ti saluto assieme a mio padre Peppino,
    Giuseppina Bonaviri

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