Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 24 marzo 2011

La situazione ambientale di Anagni nel contesto della alta e media Valle del Sacco

Ufficio stampa Retuvasa

A Colleferro il risanamento ambientale appare per lo più mera propaganda, al di là della messa in sicurezza della fonte di contaminazione di beta-HCH, considerato che l’amministrazione continua a sostenere impiantistica ad alto impatto ambientale, specie legata al ciclo dei rifiuti.

Paliano dimostra grande attivismo nel promuovere il Monumento naturale de La Selva – Mola Piscoli che, orientando in termini opportuni le potenzialità del parco di divertimenti Magic Rainbow di Valmontone, può costituire uno dei primi motori per il rilancio turistico dell’Alta e Media Valle del Sacco.

Il Comune di Anagni, confinante con i precedenti, esercita insieme a Paliano un ruolo chiave nella congiunzione di un’Alta Valle del Sacco pressoché incontaminata e di una Media Valle del Sacco alla ricerca di una nuova identità, che a nostro avviso non può che essere incentrata sul risanamento ambientale, ecodistretti industriali, promozione turistica e valorizzazione dell’agricoltura.

Mentre stenta a decollare a livello regionale e provinciale un disegno coerente in tal senso, l’amministrazione Noto ha mosso alcuni significativi passi in questa direzione a livello locale. Ma anche qui c’è ancora molto da fare.

Ci soffermiamo su alcuni degli aspetti salienti.

Per quanto riguarda lo studio di “Monitoraggio dell’inquinamento per il recupero ambientale della Valle del fiume Sacco” appena presentato pubblicamente, riservandoci di esprimere prossimamente un giudizio più circostanziato, esso non può che valutarsi positivamente nell’ottica di un’analisi strutturale dei terreni e delle acque di una vasta area che, non potendo da sola esaurire le intere problematiche del territorio anagnino, offre una serie di dati di rilievo diretto e indiretto di indubbia importanza.  Ci limitiamo ad aggiungere che sarebbe però stato opportuno un maggior confronto con le associazioni, nella fase iniziale di elaborazione del progetto.

Circa il depuratore consortile, osserviamo che tutto sommato la gestione da parte del Consorzio di Sviluppo Industriale Asi si può forse ritenere il male minore. Tra un ente notoriamente incapace perfino di assicurare la manutenzione delle strade consortili, e un altro soggetto, l’Acea Ato 5, che sarebbe rimasto per anni inchiodato a causa dei contenziosi. Dopo l’aggiudicazione del II lotto con gara d’appalto europea, sembra si stia entrando nella fase finale, quella in cui i reflui industriali si devono collegare a quelli civili per far funzionare un’opera attesa da un ventennio e costata oltre 20 milioni di euro. Riscontriamo un notevole impegno al proposito da parte dell’assessore all’ambiente comunale.

Riguardo alla Marangoni Tyre, oltre al ruolo decisivo del Comune e della Provincia per la bocciatura dell’inceneritore di car fluff grazie a motivazione tecniche supportate da una opportuna linea politica in termini ambientali, in sinergia con la grande mobilitazione messa in atto dalle associazioni ambientaliste anagnine, positiva la difesa di tale linea dai ricorsi presentati dall’azienda. Ricordiamo che anche Retuvasa è presente insieme ad altre associazioni anagnine nelle sedi giudiziarie, così come con altre associazioni nazionali nei vari processi sull’inquinamento della Valle del Sacco. Approviamo l’iniziativa comunale di condurre altri monitoraggi sui terreni risultati contaminati in località “Quattro Strade”, in una cabina di regia con Arpa e ASL. Riteniamo però sarebbe importante anche cercare di convincere l’azienda ad adottare per l’inceneritore di pneumatici un sistema di monitoraggio in continuo i cui risultati non sono alterabili, con medie semiorarie oltre a quelle giornaliere e rimando dei dati ad un pannello sinottico fisso visibile alla cittadinanza e on-line; un Dioxin Monitoring System dal costo del tutto sostenibile che consentirebbe di comprovare o meno la reiterata affermazione del direttore dell’azienda circa l’assoluta estraneità presente e futura dell’azienda all’inquinamento dell’area. Opportuno inoltre che al prossimo rilascio di autorizzazione AIA da parte della Provincia relativa a tale inceneritore vengano ridotti i valori limite di emissione per le diverse sostanze implicate, in conformità all’art. 8.1 del D. Lgs. 18 febbraio 2005 n.59 (Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa a prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento).  Tale norma è già stata applicata per gli inceneritori di Colleferro, dopo ripetute infrazioni pregresse. Naturalmente ciò potrebbe avere un significato più strutturale in occasione del varo del Piano di Risanamento Provinciale della Qualità dell’Aria.

Lamentiamo il ritardo nell’installazione del “naso elettronico” nel quartiere di Osteria della Fontana, per cui si è impegnato l’assessore all’ambiente provinciale. Considerato che tutto è ormai tecnicamente predisposto per l’installazione. Peraltro, la proposta dello stesso Prof. Antonio Palleschi, ordinario di Chimica Fisica all’un. di Tor Vergata, di un successivo più sistematico monitoraggio tramite deposimetri con analisi dei dati in convenzione con l’ISS ci sembra offrire una soluzione più radicale. In tale vicenda ci siamo limitati a supportare l’ottimo operato del Comitato di quartiere. 

Ricordiamo che a nostro avviso è essenziale che l’inceneritore di Bonollo Energia non acquisisca nuovi codici di rifiuto che potrebbero notevolmente aggravare l’impatto delle sue emissioni.

Apprezziamo le intenzioni espressaci dal sindaco circa il destino dell’ex deposito militare, acquistato opportunamente dall’amministrazione, ovvero una sua valorizzazione in termini ambientali, culturali e turistici.

Circa impianti legati al ciclo dei rifiuti nella zona di Castellaccio, gravanti in termini di emissioni sull’abitato di San Bartolomeo, ricordiamo gli impegni assunti in passato da diverse forze politiche, e apprezziamo la posizione contraria a tali impianti espressa ufficialmente da alcuni esponenti dell’amministrazione comunale, che ci auguriamo abbiano seguito nei fatti.

In conclusione, rivolgiamo un plauso all’attività delle forze dell’ordine, e in particolare ai nuovi comandi dei Carabinieri di Anagni e Frosinone, che da diversi mesi costituiscono un interlocutore ancora più recettivo ed efficace per le segnalazioni da sempre inoltrate dalle associazioni ambientaliste.    

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