Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 21 dicembre 2012

“La sinistra in farmacia, cambiare si può o non si può?”

Marco Veruggio


 In queste settimane si apparecchiano liste e coalizioni per le prossime politiche. A sinistra è attesa, sabato a Roma, l’alba di un ‘quarto polo’. Per prepararla a Genova si sono già tenute due riunioni, promosse dai firmatari locali dell’Appello Cambiare Si Può, che propone di dar vita a una lista arancione per ‘il rispetto pieno e immediato dei referendum 2011 sui beni comuni e contro la vendita ai privati dei servizi pubblici locali’, più in generale dunque contro la logica ‘delle compatibilità economico-finanziarie che non lascia spazio alla politica’, una posizione che – scrivono – ‘da tempo è stata abbracciata dal Partito Democratico’ e da forze come SEL, definite nell’Appello ‘subalterne al PD’.
Ieri pomeriggio in consiglio comunale a Genova abbiamo avuto un esempio di come spesso in politica, purtroppo anche a sinistra, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Ripetendo il copione che a luglio portò tagli e privatizzazione di AMT (ma a quel tempo ancora Cambiare non si poteva) alcuni esponenti del nascituro ‘quarto polo’ hanno votato, insieme al PD, ma – di questo siamo certi – con intimo turbamento, un’altra privatizzazione, quella delle farmacie comunali. Altri invece – secondo noi giustamente – hanno votato perché queste rimangano del Comune. Insomma si ha la sensazione che per qualcuno Cambiare si può e per qualcun altro Cambiare si potrebbe (se il rispetto pieno e immediato dei vincoli di bilancio lo consentisse). Anche i consiglieri di SEL – con salomonico equilibrio – hanno votato uno a favore e uno contro. Forse prima di depositare le liste bisognerebbe spiegare agli elettori se votando il ‘quarto polo’ voteranno l’indicativo o il condizionale. E se votando SEL voteranno la linea dei beni comuni o quella delle ‘privatizzazioni con rammarico’. Se non si riesce a dire ‘qualcosa di sinistra’ almeno provare si può a far sì che quanti hanno intenzione di correre nella stessa lista dicano le stesse cose? E che ciò che dicono oggi lo facciano domani? Insomma, si può o non si può? Questo è il problema.
Marco Veruggio
Associazione ControCorrente – Genova

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