Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Comitato Provinciale di Frosinone
A Frosinone la campagna elettorale sta degenerando progressivamente verso pratiche inaccettabili per chiunque pensi la politica come espressione di civiltà e non come scontro gladiatorio.
L'escalation delle provocazioni dell'estrema destra, culminate (finora) in quella che essi stessi definiscono "irruzione" nel Palazzo della provincia, le loro minacce apertamente annunciate sui loro mezzi di comunicazione, le marce notturne in formazione militare, con schiamazzi e slogan nel centro della città, la pretesa di uso della forza per rivendicare posizioni politiche, fino all'aggressione (non si è capito bene da parte di chi, ma confidiamo che sia fatta chiarezza dagli organi competenti) ai danni della candidata a Sindaco D.ssa Giuseppina Bonaviri, cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà umana e politica, al di là del tema elettorale, questa escalation assume toni e rischi sempre più gravi.
Le minacce nei nostri confronti trovano la nostra più completa insensibilità, dato che nella nostra concezione della democrazia politica e dello stato di diritto riteniamo che unici depositari del diritto di usare la forza, e comunque a certe condizioni, siano le forze dell'ordine, ossia lo Stato. Troppo facile reclutare qualche muscoloso giovanotto privo di scrupoli e di princìpi etici, e convincerlo che mostrare la forza sia motivo di orgoglio e che sia possibile prendere il potere tacitando gli altri a suon di "calci e cazzotti", come leggiamo dai commenti su certi siti. Assai più impegnativo è confrontarsi davvero e non sbrigativamente con i problemi reali della gente, senza slogan e proclami per lo più inconsistenti o falsi: clamorosa l'insistenza sull'affermazione che l'ANPI camperebbe con soldi pubblici, e la brusca esortazione di "andare a lavorare". L'ANPI prende un irrisorio contributo da parte dello Stato, ridotto più volte negli ultimi venti anni, e che ammonta oggi a 65.000 Euro (non ci paghi un impiegato), mentre la sola gestione degli sterminati archivi di interesse nazionale e internazionale che ha in custodia ne costa diverse centinaia di migliaia. Tutto il lavoro che l'ANPI riesce a svolgere è dovuto esclusivamente alle migliaia di volontari che si impegnano spendendo le loro forze, il tempo ed i soldi per custodire, tutelare e diffondere per la loro parte una cultura civica ed una disciplina democratica che ad alcuni ancora sfugge. Ma, sia chiaro una volta per tutte, lo fanno completamente a loro carico. Sarebbe invece istruttivo verificare la qualità delle attività in vario modo finanziate alla galassia dei neofascismi da parte della Repubblica italiana antifascista come Costituzione vorrebbe.
Per quanto ci riguarda, sappiamo bene di essere vulnerabili, ci attrezziamo e alleniamo alla politica nelle biblioteche e nelle pubbliche discussioni, non nelle palestre. Ma sarà assai difficile, e finora è stato impossibile, fermare le nostre idee, la nostra concezione umana della società, fatta di diversi con uguali diritti, purché rispettino essi stessi i diritti degli altri. Il resto non è politica, è ordine pubblico e deve gestirlo chi ne ha l'autorità.
Quello che ci chiediamo, però, è a che punto sia la garanzia di tranquillità e sicurezza per i cittadini normali, quelli cioè che sentono il dovere civico di impegnarsi, pacificamente e senza tornaconti né economici né di pezzettini di potere, nella costruzione di una civiltà democratica partecipata, fondata sui valori del rispetto e dell'autonomia, della libertà e della tolleranza.
Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente al Prefetto, al fine di ottenere dall'Autorità notizie rassicuranti circa il controllo del territorio e la garanzia del normale svolgimento della vita sociale e civile.
Fraterni saluti.
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