Comitato provinciale acqua pubblica Frosinone
Nelle prossime settimane sono previsti
alcuni appuntamenti decisivi ai fini della possibilità di indirizzare la
gestione del servizio idrico verso la ripubblicizzazione anche in provincia di
Frosinone.
Il 23 novembre il TAR Lazio (sede di Latina) prenderà in esame il
ricorso di Acea Ato5 Spa alla risoluzione della convezione di gestione
deliberata dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ato 5. Riteniamo di non dover
attendere inermi e silenti il pronunciamento del TAR ma di ribadire ancora una
volta e difendere tutte le ragioni che ci hanno spinto fino ad oggi a
contrastare l’operato del gestore.
La nostra attività ormai decennale di sportello pubblico per la raccolta delle
segnalazioni dei disservizi e per il sostegno alla formulazione dei reclami dei
cittadini alle fatture erronee e insostenibili, e resistere alle vessazioni del
gestore contro chi è in contestazione, senza aver ricevuto mai risposte nel
merito dei reclami presentati.
Altro appuntamento di rilievo è quello delle prossime elezioni regionali, al
quale bisogna assolutamente arrivare con il completamento degli atti che diano
piena attuazione alla Legge regionale n. 5/2014 sulla tutela, governo e
gestione pubblica delle acque, per non rischiare di vedere vanificato tutto
quanto effettuato finora a valle del Referendum del 2011.
La L.R. n. 5/2014 è stata presentata da comitati di cittadini e da Enti Locali
ed è stata votata all’unanimità dal Consiglio regionale. Nessun altro passaggio
concreto è stato effettuato successivamente per dare applicazione ai principi e
alle novità introdotte dalla legge. Questo nonostante che, nel 2015, sia stata
depositata una Proposta di legge regionale (n. 238/2015) che definiva gli
aspetti chiave per garantirne l’attuazione. La Regione ha incaricato un
consulente per la formulazione della norma attuativa indirizzata alla
definizione dei nuovi Ambiti di Bacino Idrografico (in sostituzione degli
attuali ATO) ma degli esiti di questa consulenza terminata a giugno scorso e
pagata con soldi pubblici non si ha menzione.
Per costringere il Presidente
Zingaretti e la sua Giunta a dare seguito concretamente a questa Legge, che
loro stessi e tutto il Consiglio hanno approvato, è necessario che tutti gli
Enti locali facciano sentire la loro voce, se riconoscono anche loro
fallimentare la gestione attuale e vogliono realmente cambiare pagina,
cambiando le “regole del gioco”. Per questo abbiamo promosso la discussione nei
Consigli comunali della proposta di mozione con all’oggetto “Impegno per
l’attuazione della Legge regionale 4 aprile 2014, n. 5 Tutela, governo e
gestione pubblica delle acque”. Boville Ernica l’ha già approvata, Ferentino
l’ha presa in considerazione in maniera a noi ancora poco chiara, Frosinone la
discuterà mercoledì p.v. e ci auguriamo che venga calendarizzata quanto prima
anche dagli altri Comuni.
Per giungere alla ripubblicizzazione della gestione
dell’acqua è necessario anche che si analizzino tutte le opzioni possibili in
termini fattibilità normativa, tecnica ed economica al fine di scegliere quella
più efficace ed efficiente. Per questo abbiamo richiesto nei giorni scorsi alla
Consulta d’Ambito di discutere quanto prima questa necessità e di inserirla
anche nella prossima Conferenza dei Sindaci. E’ fondamentale che tutti i
Sindaci (e i Consigli comunali che essi rappresentano) siano attivi e partecipi
in questa operazione per non essere fuorviati da dicerie e pseudo-opinioni
esperte che mirano a scoraggiarli per lasciare tutto così com’è.
La sudditanza
e l’ignoranza minano qualsiasi processo di rinnovamento di questo territorio.
Un territorio che vede non solo nella gestione dell’acqua ma anche su altri
fronti sociali e ambientali dei gravissimi ritardi nell’applicazione delle
norme e dei modelli più virtuosi e delle altrettanto gravi inadempienze nei
controlli e nelle repressioni degli illeciti.
La gestione dell’acqua non può
non legarsi con quella del reticolo idrografico del nostro territorio e in
particolare del fiume Sacco, che attende da anni una bonifica e
riqualificazione che permetta di riscattare il valore della Valle del Sacco.
L’inquinamento di questo fiume ci richiama alla mente un modello industriale
insostenibile che ha degradato il paesaggio, azzerato il valore agronomico e
minato la qualità della vita degli abitanti.
Questo modello non è ancora stato
cacciato via dalla Valle, anzi continua ad essere riproposto continuamente come
soluzione della gestione dei rifiuti, ignorando che ormai da decenni in altre
parti del mondo non esiste più la parola rifiuto ma solo quella di risorsa,
perché ogni materiale anche quello di scarto può avere un qualche valore in
altri processi. Sotterrare o bruciare sono soluzioni apparentemente comode,
veloci e risolutive, ma i fatti hanno dimostrato ampiamente che non è così e
che anzi creano solo nuovi problemi ben più difficili da risolvere.
Il recupero
della qualità dell’ambiente, e in particolare delle acque con cui irrighiamo i
campi o che beviamo, richiede un nuovo modello di gestione che le norme europee
e nazionali già hanno definito. Ma nel Lazio non riescono ad essere applicate.
Perché il nuovo Piano di tutela delle acque della regione Lazio adottato un
anno fa non viene ancora approvato? E questo è un altro esempio che si lega a
quello della mancata attuazione della Legge regionale n. 5/2014.
Solo
riprendendoci come comunità locali il controllo diretto dei servizi pubblici,
delle risorse e dei territori possiamo sperare in un futuro migliore.
La strada
è già stata tracciata dai cittadini, le istituzioni pubbliche devono solo
percorrerla.
Gli appuntamenti già in calendario sono quelli del 18 Novembre a
Colleferro in occasione della manifestazione “Rifiutiamoli” e del 20 Novembre
per una assemblea pubblica finalizzata all’organizzazione di una manifestazione
provinciale.
Nessun commento:
Posta un commento