traduzione di Luciano Granieri
Per Scott Heuer e tutti gli altri musicisti della nostra orchestra da ballo
Eravamo tutti e tre quindicenni insieme con il padre di uno di noi. Eravamo i
soli tre ragazzi bianchi nel club. Era il Dino’s club di Saint Louis mentre il
1962 si stava avviando alla fine, in un posto all’angolo fra
Debaliviere e Wabash meglio noto con il nome di Gaslight Square.
Prima che il concerto iniziasse un ragazzo della mia età fra
i due che stavano vicino a me mi picchiettò sulla spalla.
“Suoni la tromba? “ mi chiese “si” risposi “anch’io” disse
lui. Solo allora tutto sembrò ok.
Parlammo delle nostre trombe dei gruppi in cui avevamo suonato.
Entrambi eravamo stati in una jazz band. Ci rendemmo conto che tutti
e due avevamo suonato un repertorio composto dai brani classici delle
orchestre, pezzi che anche Glllespie eseguì.
Il concerto fu affascinante: Groovin’high e Night in Tunisia
furono interpretate da Dizzy sparando
note altissime e staccate con la sua argentea
sordina Harmon.
Il modo di suonare di Dizzy
wow!
Un infezione che inoculava la gioia del fraseggio bop.
Il pubblico non avrebbe smesso di applaudire ed acclamare alla fine di ogni brano.
Uscimmo insieme, io ed il ragazzo vicino a me con la sua
famiglia. Fuori dal locale dicemmo che avremmo
dovuto incontrarci di nuovo da qualche parte a Saint Louis ed insieme suonare
del jazz ogni tanto.
Eravamo entrambi eravamo d’accordo, sicuramente.
Avremmo modificato le nostre trombe, per avere la campana
rivolta verso l’alto, esattamente come Dizzy aveva fatto per personalizzare la
sua tromba.
L’avremmo fatto
sicuramente.
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