Il governo israeliano ha assoldato avvocati per contrastare il BDS; la natura dell’incarico è mantenuta segreta e definita come “estremamente delicata”.
Secondo documenti ottenuti da Haaretz, il governo [israeliano] ha utilizzato in segreto un ufficio legale USA perché lo aiuti a lottare contro il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni in Europa, Nord America e altrove.
Il governo ha ingaggiato l’ufficio “Sidley Austin”, con sede a Chicago, per predisporre pareri legali e occuparsi di procedimenti giudiziari. I ministeri della Giustizia e degli Affari Strategici hanno rifiutato di rivelare la natura di queste attività, per le quali lo Stato ha pagato centinaia di migliaia di dollari negli ultimi due anni. I ministeri definiscono le attività “estremamente delicate dal punto di vista diplomatico”.
Circa due anni fa il consiglio per la sicurezza [israeliano] ha affidato al ministero degli Affari Strategici il coordinamento della lotta contro la “delegittimazione” e ha stanziato notevoli risorse per questo impegno. Il ministero degli Affari Strategici ha trasferito una parte dei fondi al ministero degli Esteri in varie parti del mondo e una parte dei soldi è stata data alle organizzazioni ebraiche all’estero per un lavoro di pubbliche relazioni nei campus e altrove.
Ma il ministero degli Affari Strategici sta anche operando su queste questioni in modi che non sono stati resi pubblici. Nel passato il direttore generale del ministero, Sima Vaknin, ha detto alla Knesset che esso è coinvolto nella “raccolta di informazioni e nell’attacco”.
Lo scorso anno l’avvocato Eitay Mack, a nome di attivisti dei diritti umani, ha chiesto a ministri del governo di ottenere informazioni su tutti i contratti firmati con enti stranieri coinvolti in attività contro il BDS. Il ministero degli Esteri ha affermato di non avere simili impegni contrattuali, mentre il ministero della Giustizia ha fornito documenti censurati.
Questi documenti dimostrano che il dipartimento con funzioni speciali nell’ufficio del procuratore di Stato, che – in collaborazione con il ministero degli Affari Strategici – è responsabile nella gestione di argomenti legati alla sicurezza nazionale, all’inizio del 2016 ha lanciato un bando di gara per uffici legali internazionali.
Si trattava di “preparare documenti e pareri legali, presentare procedimenti giudiziari (cause o comparizioni) per quanto necessario a combattere il fenomeno del BDS, in particolare riguardo ad appelli ed iniziative per imporre boicottaggio e sanzioni contro le imprese e gli affari di Israele, e contro imprese straniere che hanno attività commerciali in Israele.”
Nel documento la descrizione dettagliata dei servizi è stata censurata. Il ministero della Giustizia ha affermato che i dettagli sono stati omessi perché la loro pubblicazione avrebbe portato a “danni per le relazioni estere del Paese e per la possibilità da parte di questi soggetti di fornire il servizio richiesto.”
Nel febbraio 2016 il ministero della Giustizia ha contrattato un ufficio legale, ma in maggio il ministro ha chiesto di modificare la scelta, dopo che riguardo a quella originaria era stato riscontrato un possibile conflitto di interesse.
Poi è stato approvato un contratto con un altro ufficio legale per 290.000 euro, con l’opzione di aumentare la cifra di altri 200.000 euro per un ulteriore incarico. In seguito è stata approvata un’altra estensione del contratto originale, questa volta per altri 437.000 euro, con un valore totale del contratto di 925.000 euro, ossia 4 milioni di shekel.
A causa della delicatezza dell’argomento per le relazioni estere di Israele la commissione delle gare d’appalto ha deciso di non rendere pubblici i contratti nel sistema informativo “Manof” del governo.
La segretezza che circonda i contratti suscita il sospetto che il lavoro riguardi non solo la stesura di pareri giuridici, ma anche la predisposizione di cause legali contro i sostenitori del BDS, in quanto Israele non vuole apparire come promotore di queste azioni, per evitare la sensazione che stia interferendo negli affari interni di altri Paesi.
“C’è il pericolo di una china scivolosa nella segretezza, che nasconde le attività israeliane contro il BDS nel mondo,” ha detto Mack ad Haaretz. “E’ estremamente preoccupante che la terminologia militare utilizzata da importanti funzionari del ministero degli Affari Strategici venga utilizzata nella lotta all’estero contro civili che criticano lo Stato di Israele.”
“Proprio come per Israele è difficile presentare positivamente l’occupazione, il regime del Sud Africa aveva difficoltà a far accettare l’apartheid,” afferma. “Pretoria lanciò un’operazione segreta di disinformazione e persecuzione degli attivisti anti-apartheid, il cui smascheramento portò alle dimissioni del primo ministro e all’apertura di un’inchiesta penale e a un procedimento civile negli USA. Speriamo che lo Stato di Israele non sfrutti la segretezza per superare i limiti del codice penale.”
Il denaro viene erogato come stanziamento di bilancio per contratti internazionali. Il rapporto del ministero della Giustizia su tali contratti mostra che il governo ha assoldato “Sidley Austin” nel marzo 2016 per servizi di consulenza, senza emanare un bando per una gara d’appalto. Nella prima metà del 2017 l’ufficio legale ha ricevuto in pagamento 219.000 dollari [circa 188.000 euro, ndt.]. Nessun altro studio legale è stato pagato in base allo stesso capitolo di spesa del bilancio.
“Sidley Austin” non ha risposto alle domande riguardo a se stesse lavorando per il governo israeliano.
“Sidley Austin” è uno dei principali studi legali americani e conta su 1.900 avvocati. E’ l’ufficio in cui una giovane avvocatessa, Michelle Robinson, ha incontrato uno stagista estivo di nome Barak Obama. Lo studio ha quattro sedi in Europa: a Bruxelles, Londra, Monaco e Ginevra.
( Fonte: zeitun.info )
Nessun commento:
Posta un commento