Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 22 ottobre 2012

Editoriale d'autunno

Marco Ferrando . Partito Comunista dei Lavoratori


Il governo “tecnico” degli industriali e dei banchieri sta completando il lavoro sporco contro i lavoratori e la popolazione povera. Bersani, Casini e.. Vendola si candidano a ereditarlo e proseguirlo. Questa è la sostanza dello scenario politico d'autunno, a pochi mesi dalle elezioni politiche.

MONTI COMPLETA LA MACELLERIA, AL SERVIZIO DEI CAPITALISTI E DEI BANCHIERI

Con la cosiddetta operazione Spending Review, il governo e i suoi ministri milionari puntano a mettere in regola i conti pubblici agli occhi del capitale finanziario e negli interessi del capitale finanziario. A cosa serve la nuova mannaia sui dipendenti pubblici, su una sanità ormai da ricovero, sugli studenti fuori corso e non, sugli enti locali e i relativi servizi? A racimolare un nuovo gruzzolo di miliardi con cui consolidare l'accordo europeo di fine giugno: l'accordo con cui Monti ha riscosso la disponibilità del cosiddetto Fondo Salva Stati (una faticosa cassa di resistenza tra banchieri europei) a ricapitalizzare le banche italiane e ad acquistare, a loro vantaggio, dosi massicce di titoli di Stato. Perché la famigerata lotta allo Spread, questo significa: tener su il valore dei titoli di Stato, in larga parte posseduti dalle banche italiane, e dunque difendere il loro patrimonio finanziario. Altro che “servitù” di Monti verso la Merkel, come dice un bel pezzo di sinistra “radicale” italiana. Il governo difende come un sol uomo in Europa gli interessi del “proprio” imperialismo (e con un autorevolezza ben maggiore di Berlusconi). Naturalmente la partita negoziale con gli altri imperialismi europei è in pieno corso, e il suo esito è incerto. Ma il conto lo pagano - come in tutta Europa - gli operai, i precari, i disoccupati, i giovani, i malati.. Ed è un conto sempre più insopportabile.

Nel frattempo, tutta la borghesia italiana e i suoi organi di stampa, chiedono ai partiti di governo di assicurare la continuità di questa rapina oltre la soglia della primavera del 2013. Come si possono rassicurare i grandi investitori finanziari che lo Stato italiano saprà onorare il pagamento dei 90 miliardi annui di interessi sul debito alle banche, l'applicazione negli anni a venire del salasso annunciato del Fiscal Compact, il religioso rispetto del pareggio di bilancio..? Imponendo la continuità del governo Monti, o, in ogni caso, del suo spartito.

BERSANI E CASINI SI CANDIDANO ALL'EREDITA' DI MONTI

E qui irrompe la novità politica. Il “grande accordo” tra Bersani, Casini e.. Vendola, vuol essere il signorsì alla richiesta corale della borghesia. Bersani è stato chiarissimo in una lunga intervista al quotidiano di Confindustria di inizio agosto: il PD si fa carico di “garantire gli oneri di bilancio e gli accordi europei stipulati da Monti”. Del resto, ha aggiunto:” Non è stato forse il governo di centrosinistra negli anni '90 e dieci anni dopo a consentire, coi necessari sacrifici, i migliori risultati finanziari degli ultimi 20 anni”.. per il grande capitale? Verissimo. E ancora:” Non è stato forse soprattutto il PD, in questo anno difficile, il più saldo baluardo del governo Monti e delle sue scelte di fondo (leggi: distruzione delle pensioni d'anzianità, smantellamento dell'articolo 18..)”? Verissimo. Semplicemente Bersani chiede in cambio al capitale una investitura politica diretta per il PD.  E per ottenere questa fiducia presenta agli industriali e alle banche una coalizione di governo ancor “più credibile”. L'accordo con Casini, massimo alfiere di Monti, ha questo preciso significato: presentare un centrosinistra riveduto e corretto (ancor più.. a destra), all'altezza delle nuove necessità  poste dalla crisi capitalista e dall'”emergenza” italiana. Con un solo vero elemento di discontinuità rispetto a Monti: recuperare un quadro di concertazione sindacale delle politiche antioperaie. In altre parole: riportare a corte la burocrazia CGIL, quale copertura sociale. Ripagandola, con un posto a tavola, per il lavoro svolto a vantaggio di Bersani con beneficio di Monti.

LA CAPITOLAZIONE DI VENDOLA. E LE SUE AMBIZIONI

La capitolazione di Nichi Vendola a questa prospettiva è vergognosa, ma rivelatrice. I mille artifici retorici sull'”alternativa”, le “ragioni del lavoro”, gli stessi “valori di laicità”, si sono risolti nella candidatura a governare a braccetto del PD e dell'UDC: dei massimi garanti della continuità di Monti, degli interessi delle banche, e persino delle gerarchie vaticane. Come il PCL aveva previsto e denunciato, il bertinottismo di ritorno non è meglio di quello di andata:  gli appetiti  ministeriali sono la bussola, il resto sono parole. Con la differenza che i ministri di Sel dovranno misurarsi col quadro della crisi capitalista e con oneri sociali ben più pesanti che nel 2006. E che le ambizioni di Vendola scavalcano persino quelle di Bertinotti: mirando alla scalata di un partito Democratico all'americana, oltre le soglie della stessa sinistra tradizionale. SEL è solo la scialuppa d'occasione per la traversata di questo confine di classe.

L'ALTERNATIVA NON STA IN GRILLO O DI PIETRO
MA NEL POTERE DEI LAVORATORI

Il Partito Comunista dei Lavoratori pone la necessità della cacciata del governo Monti, e di un governo dei lavoratori, in ogni mobilitazione e in ogni lotta. Solo la cacciata del governo Monti per via di un'esplosione sociale di lotta generale in autunno, può aprire la via di una vera alternativa. Solo un governo dei lavoratori che abroghi le leggi antioperaie degli ultimi 20 anni, abolisca il debito pubblico verso le banche e le nazionalizzi, ripartisca fra tutti il lavoro, espropri le aziende che licenziano, vari un grande piano di opere sociali e di nuovo lavoro, può realizzare una vera svolta.

L'”alternativa” non sta nella ricercata alleanza dell'ex ministro Ferrero con l'ex ministro questurino Di Pietro e il suo partito delle Procure (che vota il “pareggio di bilancio” e copre la mattanza poliziesca di Genova), dopo essere stati scaricati insieme dal PD. Né tanto meno sta in quel santone di Beppe Grillo che difende via web l'evasione fiscale dei ricchi dall'alto della villa di S.Ilario. L'alternativa sta in un fronte unico di lotta dei lavoratori e di tutti gli sfruttati, che si batta apertamente per la conquista del potere.

Rovesciare il potere dei capitalisti, imporre il potere dei lavoratori. Fuori da questo programma di rivoluzione, non c'è prospettiva per i lavoratori e i giovani.






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