Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 22 ottobre 2012

No Monti Day “FACCIAMOGLIELA PAGARE - BLOCCHIAMO TUTTO!”


APPELLO
PER UNO SPEZZONE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI
IN DIFESA DI LAVORO, DIRITTI e WELFARE
IL 27 OTTOBRE AL “NO MONTI DAY”!

L’Europa sta diventando una polveriera. Ovunque esplodono focolai di opposizione sociale alle politiche di austerity imposte da BCE-UE-FMI ai vari paesi dell’eurozona. Solo il 30 settembre scorso, a Parigi, al grido di “RESISTENZA” più di 50.000 persone hanno affollato le strade contro l’austerità del governo “socialista” Hollande. Il 7 ottobre, centinaia di migliaia di lavoratori spagnoli sono scesi in piazza in 57 diverse città contro la distruzione dei diritti sociali e del lavoro da parte del governo Rajoy. In Grecia sono quotidiane le proteste dei lavoratori e dei diversi settori sociali messi in ginocchio dagli effetti di macelleria sociale dei memorandum della Troika. Il 14 novembre torneranno a scioperare ancora i lavoratori in Portogallo e Spagna.

Ora deve toccare all’Italia! Anche nel nostro paese questo feroce attacco padronale, col ricatto del debito e dello spread, si sta abbattendo sulle nostre teste cancellando salario, posti di lavoro e diritti conquistati in decenni di lotte. Pensioni, diritti dei precari, art. 18, Fiscal Compact, rappresentanza dei lavoratori, welfare, democrazia, beni comuni tutto viene cancellato dal governo Monti per risanare le banche. Alcoa, Sulcis, Vinyls, Irisbus, Termini Imerese, Alitalia, Ilva, gli esodati… centinaia di migliaia di posti di lavoro vengono cancellati per chiusure aziendali, delocalizzazioni, lavoro insicuro, controriforme. Questi lavoratori vengono lasciati soli a lottare per il proprio futuro contro padroni, governo e BCE senza una rete di resistenza nazionale che li sostenga e un sindacato in grado di dare a tutte queste vertenze uno sbocco con una mobilitazione generale o un livello di conflitto adeguati coordinandosi e collegandosi con gli scioperi europei.

Nel massimo momento di crisi e di bisogno di risposte di lotta dal mondo del lavoro, la Cgil esprime il massimo livello di complicità mettendosi al carro di Cisl-Uil nel non contrastare il governo Monti per non disturbare chi lo sostiene (PD-UDC-PDL) e la “Cgil che Vogliamo” esprime il massimo livello di immobilismo.Dopo FP e FLC, anche la Fiom proclama uno sciopero di categoria per il prossimo 16 novembre. Un segnale di vita che va raccolto ed esteso, ma che come nel pubblico impiego e nella scuola rischia di essere un mero atto di testimonianza più che l’inizio di un percorso di radicale contrapposizione alle politiche d’austerità e al modello Marchionne. Proprio ora servirebbe una rottura chiara con il modello concertativo e invece la Fiom si riallinea in modo suicida alla Cgil tentando di cancellare in modo autoritario la sua sinistra interna. In questo contesto, inoltre, il sindacalismo di base mantiene una linea conflittuale ma mostra la sua inadeguatezza e non autosufficienza per rilanciare a livello di massa un’ipotesi di opposizione sociale a licenziamenti e politiche dei sacrifici.

Pare evidente che per rilanciare un’opposizione conflittuale anche dentro la Cgil, e soprattutto nel paese, dobbiamo ripartire da noi delegati/e, militanti sindacali o semplici lavoratori conquistandoci il nostro spazio in ogni piazza, lanciando autonomamente momenti la lotta insieme a tutti i movimenti che in Italia e in Europa si oppongono, senza subalternità ad attuali o futuri governi, all’austerità e ai memorandum di UE-BCE-FMI.

Dobbiamo cominciare da noi e contribuire ad un’opposizione sociale che, a partire dai luoghi di lavoro, rifiuti le politiche e gli accordi di concertazione e patto sociale, che distruggono i diritti sociali e del lavoro. Abbiamo bisogno di ricostruire un vasto fronte di resistenza sociale nel quale si riconoscono tutte e tutti coloro che non vogliono più pagare i costi di una crisi provocata e gestita dai ricchi e dal grande capitale finanziario e vogliono invece rivendicare un lavoro ed un futuro dignitosi, diritti, reddito, uguaglianza e democrazia.

La manifestazione del 27 ottobre del “NO MONTI DAY” è un’importante occasione per cominciare una lotta a tempo indeterminato e per definire uno spartiacque tra chi sta con i lavoratori e chi sta con le politiche dei sacrifici.

Facciamo appello ai lavoratori e lavoratrici dipendenti, ai precari, ai disoccupati, alle donne ed ai pensionati a basso reddito per fare uno spezzone autonomo del lavoro subordinato alla manifestazione del 27 ottobre con la parola d’ordine “FACCIAMOGLIELA PAGARE - BLOCCHIAMO TUTTO!”

  • Contro le politiche di austerity, il Fiscal Compact e la Spending Rewiew
  • Per la cancellazione del ddl Fornero, dell’articolo 8 e la disdetta dell’accordo del 28 giugno
  • Redistribuire il lavoro che c’è: per la riduzione di orario a parità di salario
  • Espropriare e pubblicizzare senza indennizzo le aziende che chiudono e delocalizzano (art. 43 della costituzione)
  • La crisi e il debito li paghino i padroni e le banche!

Mandateci le vostre adesioni e contatti per incontrarci a roma
 contatti a goam@hotmail.it o chiamate al 3494906191

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