I
sindaci della zona nord della provincia di Frosinone si sono riuniti mercoledì 4
aprile 2014 presso il Palazzo di Bonifacio VIII di Anagni per analizzare la
situazione dei servizi sanitari ed in particolare dell’Ospedale di Anagni. Dopo
ampia discussione dalla quale sono emerse di nuovo tutte le criticità che
affliggono il nostro territorio, aggravatesi ulteriormente dopo la chiusura dei
reparti di degenza dell’Ospedale di Anagni, su proposta del Comitato Salviamo
l’Ospedale, hanno sottoscritto un documento unitario che è stato recapitato al Presidente della
Giunta regionale del Lazio Nicola Zingaretti. Nel documento si evidenzia come, soprattutto nella zona nord della Ciociaria, sia
sistematicamente violato il Diritto alla
Salute che la Costituzione della
Repubblica italiana garantisce con l'art. 32 e con le leggi che prescrivono i
livelli essenziali di assistenza.
Pertanto
si chiede al Presidente Zingaretti di
mantenere gli impegni, fortemente espressi in campagna elettorale, per il
riordino del caos sanitario della provincia e per il ripristino della legalità,
ormai palesemente violata. Si chiede infine
di bloccare tutte le misure ulteriori di depauperamento dei servizi,
del personale, delle strutture e delle
attrezzature dell’Ospedale di Anagni.
Successivamente,
giovedì 10 aprile u.s., una delegazione
del Comitato Salviamo l’Ospedale è
stata ricevuta dal Direttore generale della ASL di Frosinone nella palazzina di
via A. Fabi. Alla Prof. Isabella Mastrobuono il Comitato ha consegnato il
documento firmato dai sindaci e ha esposto le proposte realizzabili nel breve
periodo per la riattivazione di alcuni servizi dell’Ospedale di Anagni. Tali
servizi non prevedono la presenza di
reparti di degenza, ma sono realizzabili utilizzando le attuali strutture
ancora presenti ed efficienti ad Anagni, come le sale operatorie, i laboratori
diagnostici, il punto di primo intervento e gli ambulatori specialistici.
Avvalendosi di queste strutture e delle innovative pratiche della telemedicina,
si possono effettuare interventi chirurgici in regime di day surgery, cioè con
dimissione giornaliera del paziente. La Prof.ssa Mastrobuono ha preso atto del
progetto esposto dagli esperti del Comitato e ha dichiarato che, se ben attuata,
questa riorganizzazione dei servizi attirerebbe un consistente flusso di utenza con i conseguenti effetti positivi anche nel
contenimento della mobilità passiva che pesa come un macigno a discapito della
ASL di Frosinone. Del resto la sanità provinciale è proprio carente di centri
chirurgici di eccellenza che è possibile trovare solo fuori della Asl di Frosinone.
La Prof. Mastrobuono per darne l’avvio
dovrà però chiedere il consenso della cabina di regia regionale. La decisione
sarà necessariamente rapida poiché entro il prossimo mese di giugno dovrà
essere varato l’atto aziendale, in cui dovrà essere definito il ruolo
dell’Ospedale di Anagni. Per attivare il servizio di Day surgery, ha inoltre
dichiarato la Prof. Mastrobuono, c’è
bisogno comunque di spazi notevoli e con una diversa organizzazione rispetto a
quella che è l’attuale struttura
ospedaliera di Anagni. Esiste quindi la necessità di ristrutturare l’Ospedale di
Anagni, ma questo richiede risorse che la ASL non possiede e quindi occorre attingere
ad altre fonti di finanziamento che, necessariamente, dovranno provenire da
privati. E’ stato fatto notare che gli ultimi acquisti fatti di attrezzature e
arredi in favore dell’Ospedale di Anagni sono frutto di donazioni di privati ,
ma nessun privato investirebbe più in una struttura ormai soggetta a continue
spoliazioni e alla chiusura definitiva. La direzione ASL si è impegnata a bloccare
tutte le misure ulteriori di depauperamento dei servizi, del personale e delle attrezzature dell’Ospedale
di Anagni, almeno fino a quando non sarà presa una decisione definitiva sulla struttura.
Il
Comitato Salviamo l’Ospedale di Anagni, nell’apprezzare la disponibilità
dimostrata dalla Prof. Mastrobuono a confrontarsi per elaborare scenari a
breve, medio e lungo periodo per il rilancio dell’Ospedale di Anagni sottolinea
che, nella zona nord della provincia di Frosinone, non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza e, per
questo, torna a sollecitare il ripristino immediato di assistenza sanitaria soprattutto
nelle situazioni di emergenza con ambulanze medicalizzate; pronto soccorso
attivo h.24, dotato di anestesista – rianimatore e cardiologo; laboratorio
analisi, con reperibilità del tecnico in orari notturni e nei giorni festivi;
un miglioramento dei processi di diagnosi radiologica e cardiologica, mediante
il ricorso alla tecnologia offerta da telemedicina e teleconsulto.
Tutte misure queste che si stanno programmando per gli altri ospedali
da riconvertire, secondo quanto previsto
dai decreti Polverini e come si
legge nel " Programma
Operativo 2013-2015" varato dalla squadra di Zingaretti e sottoposto in
questi giorni alla verifica dei Ministeri della Salute e dell'Economia.
Nel testo,
in particolare, viene previsto:
3.2
Intervento 2 : Riorganizzazione dell'offerta assistenziale - Riorganizzazione
della rete ospedaliera - Principali operazioni sulla rete di offerta:
...........
* riconversione di alcune strutture (Bracciano, Monterotondo e Subiaco) e
promozione dei servizi territoriali: In relazione alla necessità di mantenere comunque
una risposta all'emergenza, viene configurata nei tre presidi una funzione di
Pronto Soccorso con posti di OBI, gestita dai medici dei rispettivi DEA di
riferimento. Nella riconversione verrà valutata l'opportunità di inserire posti
letto di day hospital e day surgery. Nei tre presidi viene garantita una elisuperficie
ed auto medica h24.
Questa
proposta per i tre presidi non è altro che quanto proposto alla Prof.ssa
Mastrobuono per Anagni. La Regione potrà fare delle integrazioni entro il
prossimo 15 maggio, data della nuova e ultima verifica.
I politici di buona volontà sono invitati
ad attivarsi!
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