Luciano Granieri
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Foto di Fausta Dumano |
Molti affermano che la resistenza non si è esaurita il 25
aprile del 1945. Non è una boutade o il pallino di vecchi comunisti nostalgici.
E’ la pura verità. Come non definire resistenti i lavoratori della ex
Multiservizi, i quali, nonostante ci sia lavoro per loro - la città ha necessità di cura e manutenzione
degli arredi urbani delle strade, la città ha bisogno di personale che assicuri l’assistenza ai
disabili e della mobilità scolastica -nonostante enti
come la Regione Lazio si siano dichiarati disponibili a concorrere al
finanziamento di una società che potrebbe assorbirli, si trovano senza un’occupazione? Cercano di resistere questi lavoratori alle
intransigenze di un sindaco che in cambio di qualche appalticchio distribuito qua
e là, non si capisce con quale tornaconto , rinuncia ad uno dei primi obblighi di un primo
cittadino che è quello di assicurare la dignità della popolazione favorendone quanto più possibile l’occupazione.
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Foto di Fausta Dumano. |
Resistono queste persone da
dieci giorni sotto una tenda, dopo aver occupato il tetto del Comune l’estate
scorsa , convinti poi a desistere e scendere da
promesse mai mantenute profuse a piene
mani dai politicanti di turno in fila per fare passerella pietosa affianco a persone
ormai alla disperazione. Resistono questi lavoratori come tanti altri lavoratori
della Provincia, offesi dallo svilimento
della loro professionalità distrutta
dalla mobilità e dalla cassa integrazione, vedi le vertenze Videocon, Marangoni,
Ilva di Patrica, Fiat di Piedimonte . Resistono anche quei pochi cittadini che si rendono conto quanto la logica del
profitto, del dominio del capitale finanziario sulla dignità umana, stia
devastando lo stato sociale del nostro territorio, producendo disoccupazione ad
un tasso doppio del livello nazionale, soffocamento da polveri sottili in una
città al primo posto assoluto per l’inquinamento. Gli altri cittadini, la
maggioranza, e questo è grave, non resistono
più , si adeguano all’imbarbarimento dei rapporti sociali, infestati da un
sordido individualismo, da una indifferenza pervasiva, che sfocia in pericolosa
intolleranza. Noi resistiamo, come
cittadini, come lavoratori, precari o disoccupati, come donne e uomini stanchi
di subire umiliazioni dai grandi costruttori che ancora oggi stanno
accaparrandosi parti importanti della nostra città comprimendo ancora di più
spazi vitali di socializzazione , dai banchieri
e dalla criminalità organizzata che pure
prospera nel nostro territorio. Noi proviamo a resistere perché siamo
fortemente convinti che non siamo ancora
stati liberati. Resistiamo perché la dispotica dittatura del finanz-capitalismo
ci sta riducendo a larve umane. Noi resistiamo, oggi domani, 25 aprile, e sempre, fino a quando non saremo veramente liberi.
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