Prima di Pasqua la Corte di Cassazione - che nel maggio 2013 aveva sollevato la
questione di costituzionalità sul “Porcellum” presso la Corte Costituzionale, la quale
sua volta aveva confermato l’incostituzionalità
di tale legge elettorale attraverso la sentenza n.1 del 2014 - ha reso pubblico
il dispositivo con il quale i rilievi
della Corte Costituzionale dovranno essere applicati.
Cioè la Corte di Cassazione ha deliberato sul
come si deve applicare la sentenza della
Consulta. E’ un rilievo fondamentale per il corretto indirizzo normativo a cui il legislatore deve attenersi in
presenza della dichiarata incostituzionalità del “Porcellum” . La mancata osservanza di quanto prescritto dalla
Cassazione implica la”VIOLAZIONE DEL GIUDICATO COSTITUZIONALE DELLA SENTENZA
N.1 -2014”. Cioè si produce una lesione giuridicamente rilevante del diritto di
voto.
Cosa prescrive la Cassazione? Intanto si deve consentire ai cittadini di
scegliere i propri rappresentanti in Parlamento in modo che ogni eletto possa
disporre delle indicazioni personali del
corpo elettorale . A differenza di quanto espresso nella sentenza della Corte
Costituzionale, la Cassazione non ammette altro sistema che quello delle
preferenze, il ricorso a liste bloccate poco numerose relative a collegi
ristretti, non soddisfa il principio di costituzionalità.
E’ evidente come il disegno di legge
elettorale (Italicum) , approvato dalla sola Camera, con il mantenimento delle liste bloccate
anche di piccole dimensioni “LEDE IN
MODO GIURIDICAMENTE RILEVANTE IL DIRITTO DI VOTO DEI CITTADINI”. L’altro aspetto importante riguarda proprio l’applicazione
effettiva di quanto deliberato dalla Corte Costituzionale. E’ ineluttabile che l’incostituzionalità del “Porcellum” non può modificare quanto è
avvenuto nel passato. Cioè gli atti deliberati da Parlamenti e relativi Governi
eletti con la legge elettorale incostituzionale, compreso quello in
carica non possono essere annullati, perché
è necessario comunque assicurare il
principio di continuità dello Stato.
Resta il fatto che quella legge è
incostituzionale, per cui se per quanto
attiene al passato non si può nulla, per il futuro si deve correggere il vulnus
costituzionale. Lo si deve fare al più presto, perché non è democraticamente
pensabile ignorare e non applicare una sentenza della Corte Costituzionale. Dunque il Parlamento alla luce di quanto
affermato avrebbe dovuto assolvere i provvedimenti ordinari più urgenti, il Def già non lo è, approvare una legge elettorale conforme alla sentenza della Corte Costituzionale,ma
anche ai dispositivi applicativi della Cassazione, (non l’Italicum quindi) ed indire nuove
elezioni.
Prolungare la XVII legislatura
determinata da una legge elettorale incostituzionale secondo la Cassazione VIOLA IL GIUDICATO COSTITUZIONALE DELLA
SENTENZA N.1-2014”. Non solo, se poi
questo governo si arroga il diritto di manomettere la Costituzione determinando
la fine del bicameralismo perfetto, l’abolizione del Senato eletto e pretende di sovvertire gli assetti
istituzionali modificando la forma delle
Province che rimangono inalterate nelle loro funzioni, ma con membri nominati e non eletti, la violazione
dei principi attuativi della sentenza della Corte Costituzionale indicati dalla
Cassazione è macroscopica.
Già è
gravissimo che un Governo e un Parlamento attentino ai capisaldi repubblicani
costituzionalmente definiti con modalità antidemocratiche, se poi le Camere, e l’Esecutivo
loro espressione, esercitano tale devastazione in violazione della sentenza n.1-2014 della
Corte Costituzionale, così come sancito dalla Cassazione, allora siamo in
presenza di una vera e proprio sovvertimento democratico fraudolento.
In realtà a queste conclusioni erano arrivati
in molti. Dal M5S ad alcuni giornali, a movimenti impegnati in lotte sociali, fino al
sottoscritto. Ora però il pronunciamento
della Cassazione non lascia dubbi. Non è
un fattore ideologico né di propaganda populista. Questo governo, lo certifica la Cassazione, non può permettersi di sovvertire gli ordinamenti
democratici, non ne possiede né i titoli né la legittimazione.
Se Renzi, l’attuale Presidente del Consiglio, non ne è consapevole per arroganza o
semplicemente per ignoranza, il
Presidente della Repubblica invece, in qualità di garante della
Costituzione dovrebbe opporsi a questa colossale devastazione istituzionale e sciogliere le camere immediatamente. Siccome dal Colle non arriva alcun segno
contrario, anzi il tutto avviene con la benedizione di Giorgio Napolitano,
forse veramente bisognerebbe pensare a degli organismi più incisivi da porre a
difesa della Costituzione. Ad esempio un
Senato elettivo in cui i candidati senatori
siano insigni giuristi non espressione dei partiti, con il compito di valutare compiutamente la
legittimità costituzionale e la valenza democratica di quanto la Camera e li
Governo deliberano e approvano, sarebbe quanto meno
opportuno.
Sono d'accordo, ma, mi chiedo, come è possibile cambiare lo stato delle cose? Si possono fare proposte costruttive? Bisogna essere molto creativi.....
RispondiEliminaPiera Giovannini