Il 25 aprile del 2014 cade dopo le commemorazioni del 70° anniversario dei devastanti
bombardamenti di Frosinone e di Cassino.
In occasione degli eventi
organizzati in memoria di queste
tragedie, tra le tante frasi di circostanza è scappata qualche
corbelleria. Come l’affermazione del
sindaco Ottaviani sulla cura che ha
ucciso il malato riferendosi agli effetti disastrosi dei bombardamenti alleati
sulla città o il rammarico di qualche giornaletto locale per la mancata
condanna e disprezzo da parte delle
istituzioni verso americani, canadesi,inglesi e neozelandesi . E’
vero quel lembo d’Italia compreso fra la testa di ponte di Anzio e la linea
Gustav ha assistito alle distruzione dei bombardamenti alle crudeltà dei berberi
marocchini al seguito delle truppe Francesi che hanno stuprato e violentato le
donne del cassinate. E’ vero anche che senza il pressapochismo tattico degli
americani in eterna lotta con gli inglesi per il privilegio di entrare per primi a Roma, la situazione avrebbe
potuto avere sviluppi maggiormente risolutivi
e meno drammatici. Ma la crudeltà dei
marocchini, frutto avvelenato - del colonialismo prima e dell’imperialismo
occidentale poi - la distruzione arrecata dagli alleati sono eventi che non possono
essere decontestualizzati da uno scenario di guerra scatenata dalla crudeltà e
dall’efferatezza dei deliranti ideali nazifascisti . I devastatori morali della di Cassino e di Frosinone, gli
stupratori morali delle donne, sono gli
aguzzini tedeschi e i loro degni compari fascisti. Ma in quel lembo d’Italia
fra la testa di Ponte di Anzio e la linea Gustav, hanno operato anche bande
partigiane. Manipoli di ragazzi e ragazze male equipaggiati che grazie alle
loro azioni hanno reso molto difficoltoso il rifornimento delle retrovie
tedesche del fronte di Anzio e di
Cassino e hanno fornito, grazie ad incursioni sulle montagne , precise informazioni sulla
logistica delle postazioni tedesche alle
spaesate truppe alleate . Spesso era la popolazione di Palestrina, come di
Paliano, e di altri paesi dell’alta
Valle del Sacco fino a Frosinone, a contribuire in modo decisivo. E’ stato il
coraggio dei contadini, i quali alla lotta contro l’oppressore tedesco e
fascista univano la lotta per la
collettivizzazione delle grandi proprietà terriere, a risultare decisiva. Donne e uomini che
quando non impiegate nelle azioni dei GAP
rischiavano la vita nascondendo gli scampati ai rastrellamenti dei
tedeschi e dei repubblichini, fornendo sostegno ai partigiani. Una serie di
storie meno eclatanti rispetto alla lotta che avveniva sull’appennino
tosco emiliano ma egualmente decisive per la vittoria di liberazione hanno avuto luogo
in quel territorio , come gli agguati dei GAP delle bande di Palestrina, di
Paliano, di Genazzano, a convogli tedeschi, ai depositi di armi e
munizioni delle truppe del generale Kesselring
. Allora questo 25 aprile è dedicato
alle donne di Paliano e di tutta l’alta
Valle del Sacco che si sono impegnate
nella resistenza, a Enrico Giannetti, instancabile organizzatore di tutte le
bande operanti nel territorio, responsabile dei
contatti con i capi delle brigate Garibaldi a Roma e maestro di politica
presso le popolazioni oppresse , a Dante Bersini astuto partigiano della banda
di Paliano , al giovane (poco più che sedicenne) Lamberto Ait della banda di
Genazzano, alla coraggiosa e scaltra
staffetta Lidia Cicognani , agli uomini
di Alfredo (Fred) Michelagnoli che paracadutati nelle montagne di Prato di
Campoli hanno piazzato radio ricetrasmittenti
decisive per le comunicazioni fra
i partigiani e gli alleati , a Domenico
Marzi - già proprio il padre dell’ex sindaco di Frosinone che dal genitore non
ha ereditato nulla- organizzatore di vari centri di resistenza a Frosinone. A
tutti loro e alle altre donne e uomini protagonisti della guerra di resistenza
a fra Roma e Cassino, passando per Frosinone,
è dedicato questo 25 aprile e a loro va il ringraziamento di tutti i sinceri
democratici.
Video tratto dal film il “Partigiano Johnny” di Guido
Chiesa, foto tratte dal libro”Guerra e
Resistenza a Sud di Roma” di Roberto Salvatori,
brano “Figli della Montagna” del gruppo Casa del Vento.
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