Sulle Valle del Sacco è stato versato una marea di inchiostro sui
giornali, sono stati dedicati servizi ed inchieste televisive. Denunce e lamentazioni hanno invaso lo
scenario informativo. Una tale mole di esposizione mediatica, ha prodotto
qualcosa? Oltre che il tentativo di riconvertire a fini commerciali il nome da
Valle del Sacco a Valle dei Latini, si è generato il tentativo di attivare
un processo per bonificare e
riconvertire la tristemente nota Seveso del centro Italia.
Sono stati effettuati passaggi normativi sia di
derivazione statale che regionale. Disgraziatamente la direzione presa ha creato
danno e confusione. Pur essendo stati stanziati già dei fondi europei , questi non sono stati impiegati per la
mancata presentazione di progetti organici, ma soprattutto perché non si può
effettuare alcun tipo di bonifica se non si eliminano
le fonti di inquinamento.
Attualmente gli agenti inquinanti sono completamente attivi. Lungo tutta la Valle non esiste un depuratore
efficiente , per cui nel fiume Sacco continua ad affluire ogni tipo di sostanza inquinante proveniente dagli scarichi industriali e urbani.
A causa di questa
mancanza assoluta di programmazione si
rischia di perdere la grande occasione di usufruire dei fondi europei per restituire
alla collettività una notevole porzione di territorio dalle elevate potenzialità di sviluppo economico.
Uno sviluppo però che deve percorrere strade totalmente diverse rispetto alla
industrializzazione scriteriata che ha ucciso la Valle.
Il comitato L.I.P.
Valle del Sacco, di cui l’Osservatorio Peppino Impastato è membro, è stato il
primo ad elaborare un progetto concreto per la bonifica e la riqualificazione
del sito. Un progetto che si sostanzia nella redazione di una legge regionale
di iniziativa popolare. Solo un dispositivo legislativo può avere i requisiti
di autorevolezza necessari per assicurare il pieno ottenimenti degli
obbiettivi.
Il comitato ha redatto un piano di bonifica e sviluppo tenendo
conto di progetti già realizzati, secondo le prescrizioni europee, in siti come
, Pais de Calais in Francia, o il comprensorio della Ruhr in Germania, ma anche
a Valencia Birmingham e in altri territori
europei. Piani applicati con
successo.
La stesura del progetto
prevede fra l’altro la possibilità di accogliere suggerimenti e proposte, da
movimenti, associazioni o semplici cittadini, da inserire nello schema delle linee guida adottate. Si
attiva in questo modo un processo virtuoso di partecipazione autentica dei
cittadini alla determinazione definitiva del dispositivo, il quale, grazie alla
collaborazione e consulenza di giuristi
ed esperti attivi nel comitato, diverrà
una proposta di legge popolare, completa delle linee attuative.
Si tratterà quindi di raccogliere le firme
per presentare la proposta all’esame della Regione. Un procedimento fra l’altro
che soddisfa completamente la nuova normativa sul partneriato per l’accesso ai
fondi europei, in base alla quale si
deve ottenere il coinvolgimento di tutti gli attori, autorità pubbliche, parti economiche e sociali e organismi
che rappresentano la società civile a livello nazionale, regionale e locale,
secondo
la pratica della massima partecipazione e trasparenza.
Partecipazione e controllo
dei cittadini, questi i capisaldi su cui
si snoda la nuova direttiva europea, elementi che nella nostra Nazione,
soprattutto quando in ballo ci sono ingenti somme, non sono mai bene accetti,
anzi si tende a limitare la partecipazione e a espropriare il controllo alla
collettività.
Rispetto a ciò, infatti è quanto meno sospetto, che la Regione Lazio, incaricata di organizzare il
tavolo con tutti gli attori interessati all’accordo di partnerariato per l’attribuzione dei fondi europei necessari
alla realizzazione di progetti sulla Valle del Sacco, abbia escluso, sia noi dell’Osservatorio - associazione no profit registrata presso l’ente
regionale -, sia il comitato L.I.P. unitamente
ad altre realtà ed enti locali: Retuvasa, il Forum per l’Acqua Pubblica, la Consulta Ambiente di Ferentino e tutti
i comuni situati nella Valle.
Il progetto
della L.I.P. pur essendo l’unico
dettagliato, pur essendo l’unico
partecipato e di iniziativa popolare, dovrà dunque superare ostacoli forse insormontabili.
Ma noi come membri della L.I.P. siamo convinti
che grazie al pieno rispetto delle normative europee e alla nostra
passione, potremo realizzare, anche con l’aiuto di altri che vorranno aderire,
e di tutti i cittadini che firmeranno,
qualcosa di importante e utile per il nostro territorio.
Nei video il portavoce della L.I.P., Lorenzo Santovincenzo, espone il piano.
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