"Mi vergogno di essere italiano". Questo verrebbe da dire a
fronte dell’ aggressione che le forze
dell’ordine hanno organizzato ai danni dei rifugiati eritrei che non volevano abbandonare
il fabbricato di Via Curtatone a due passi
dalla Stazione Termini.
Forse è una riflessione affrettata. Personalmente
non mi vergogno di essere italiano, perché
sento di appartenere ad una comunità che
è riuscita a scrivere ed approvare la
Costituzione Italiana. Un documento nel
quale sono stabiliti i principi su cui si basa la nostra collettività. Sono i
valori della condivisione, della tolleranza, dell’accoglienza, della tutela
della dignità. Intendiamoci tali elementi travalicano “l’essere, italiano", e abbracciano
uno status più universale che è quello “dell’essere, umano”.
Dunque chi dovrebbe vergognarsi di appartenere alla nostra comunità? Chi, usando violenza contro persone inermi, scappate da guerre insensate e cacciate di casa, ha calpestato quei principi inscritti nella Costituzione e proprie dell’umana sensibilità. La barbarie e l’inumanità non fanno parte di una collettività in cui vorrei vivere. E considero barbari ed inumani, oltre che il dirigente di polizia che ha intimato ai suoi sottoposti di eliminare fisicamente i rifugiati , anche il ministro Minniti, aizzatore di una deriva nazista pseudo securitaria, che sta precipitando il nostro Paese in un vortice di insensata follia, condivisa dalle peggiori derive fasciste, del Partito di Renzi, della Lega, del Movimento 5 Stelle, dei Fratellini di Mussolini e di altra indistinta immondizia cerebrale.
Quanto è
successo ieri a Piazza Indipendenza, però, non va solo contro i basilari
principi del rispetto della persona umana, ma infrange diverse leggi internazionli. Le famiglie aggredite e cacciate dai loro alloggi, non sono
clandestine , né irregolari. Sono emigranti fuggiti da guerre, privazioni, e una volta arrivati in Italia
hanno richiesto e ottenuto lo status di rifugiati. In base a questo riconoscimento l’Italia deve assicurare
loro protezione e accoglienza. Gente,
fra l’altro, che sarebbe andata via molto volentieri dall’Italia se solo il
trattato di Dublino, che impone ai rifugiati di rimanere nel luogo che li ha riconosciuti
come tali, lo avesse permesso.
Ma qual è la concezione di protezione che si applica ai richiedenti asilo? Non fornirgli un tetto sulla testa, o sfrattarli con la violenza dal tetto che con sacrificio sono riusciti ad ottenere? Oppure parcheggiarli in centri di accoglienza dividendo le famiglie, bambini da una parte, donne da un'altra? Negargli l’istruzione deportando i ragazzi in luoghi lontani dalla scuola che frequentano?
La
protezione che si sta realizzando a Roma concerne gli affari dei proprietari
dell’immobile che ospitava le famiglie eritree. I quali, non ritenendo più
produttivo affittare il palazzo alle
associazioni che si occupavano di alloggiare i rifugiati, hanno deciso di
trasformare quel sito in un albergo con annesso centro commerciale. Queste mire erano note da tempo al Comune
di Roma. La sindaca Raggi, se proprio ha preferito tutelare la proprietà
privata, in luogo dei diritti
dei rifugiati, almeno poteva attivarsi prontamente per trovare alloggi alternativi alle famiglie di
via Curtatone.
Purtroppo l’attenzione dell’amministrazione grillina è
concentrata a cacciare gli assessori non graditi dalla lobby Grillo-Casaleggio
&Co. L’ultima vittima della lobby, l’assessore
uscente, Andrea Mazzillo, ad esempio, aveva anche le deleghe alla casa oltre che al
bilancio. Ma non è che si fosse impegnato particolarmente per risolvere il problema di tante
persone prive di alloggio compresi i
rifugiati di Via Curtatone. Infatti il
compito principale della giunta capitolina, sulla gestione degli immobili, non è stato quello di mettere a disposizione stabili
comunali per l’emergenza abitativa, ma
si è da subito contraddistinta nello sfrattare
dalle loro sedi movimenti e associazioni impegnate nel sociale (il Forum
dei Movimenti per l’Acqua, la Scuola di Musica Popolare di Testaccio fra gli altri).
Disgraziatamente quelle sedi, per l’occupazione delle quali le associazioni pagavano regolare affitto, devono tornare all’ente che le venderà al palazzinaro latore della migliore offerta. E’ la logica della privatizzazione globale di tutto ciò che è pubblico, immobili e servizi. Sono le regole della speculazione privata fondiaria e finanziaria. Si dirà sei partito dai rifugiati per arrivare alla speculazione ? Certo tutto si tiene è la dittatura del mercato che ha reso la barbarie protagonista delle nostre vite, innescando un irreversibile processo di disumanizzazione delle istituzioni e di buona parte di cittadini. Ma sta a noi, rimasti umani, non cedere all'inumanizzazione e reagire.
Di seguito un video girato dagli operatori del sito http://roma.fanpage.it/ dove una donna viene colpita violentemente da un getto d'acqua di un'idrante delle forze dell'ordine e un'altra donna ci ricorda che l'essere cattolici dovrebbe suggerire ben altri comportamenti.
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