traduzione di Luciano Granieri
Bill Evans |
Per minimizzare l’evidenza , il nostro mondo dal 20 gennaio
scorso è destinato a non essere più lo stesso. La scienza è diventata una
fiction, le istituzioni democratiche sono minacciate, le relazioni globali, che
devono essere coltivate per generazioni, sono svalutate ed incomprese, e il
nostro mondo è in completo tumulto. Piaccia Hillary
o no è difficile contestare quella che è stata la sua valutazione più onesta di Donald Trump in
campagna elettorale, quando disse “Un uomo che puoi provocare con un tweet non
è un uomo a cui si possano affidare con
fiducia le nostre armi nucleari”.
Dunque ecco dove oggi
ci troviamo, sull’orlo di una catastrofica guerra grazie al narcisismo del
nostro infantile presidente, delle sue
menzogne senza fine, della sua dipendenza da Twitter. Dove è richiesta una pacata
riflessione e una certa diplomazia si risponde con una
retorica rovente ed impulsiva. I membri dello staff della comunicazione
presidenziale mandano continuamente messaggi di sfida, tanto da suscitare una prevedibile reazione
da parte di un qualche strano avversario che può rivelarsi imprevedibile e quindi pericoloso, una persona
ancora più sconnessa di Mr. Trump.
Come sfuggire alla follia?
Con un giro su un campo da golf? Forse. Con un
salto al cinema, una corroborante passeggiata nel parco, portando a spasso il
tuo Labrador, tenendo un bambino in braccio, spegnendo tutti i notiziari per
meditare?
Stamattina ho trovato una fuga salvifica nella musica di
Bill Evans, in particolare nel suo scintillante piano solo “Peace Piece”.
Questa brillante e meditativa registrazione del 1958 – un evidente evasione
dalla pazzia dovuta alla caratteristica esecuzione in piano solo- scaturisce dall’introduzione
del brano di Leonard Bernstein “Some Other Time” il quale, mentre Evans lo stava suonando,
disse: “Ha iniziato a metterci molto del suo feeling, della sua identità in un
modo che non avrei mai pensato, bene, terrò in gran conto la sua esecuzione.
Secondo il biografo di Evans Keith Shadwick l’improvvisazione
di “Peace Piece” “ha richiamato l’approfondita
conoscenza di Evans della musica di compositori come Satie, Ravel, ed - in parte – Scriabin”. Il
brano fu anche di ispirazione a Miles Davis che lo volle utilizzare nella
sessione di registrazione di Kind of Blue.
Quindi…. Per godere di almeno sette minuti di pura e
semplice bellezza, per godere di un isola di quiete cliccate qui sotto.
“Pace”
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