Il 23 agosto del 1927 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti,
venivano “ingiustiziati” sulla sedia elettrica, per la sola colpa di essere
anarchici. A 90 anni da quello che fu uno dei tanti efferati omicidi compiuti
dallo Stato e dalla Società borghese
americana ai danni di neri, immigrati, diseredati, comunisti, anarchici,
propongo il testo che segue. Il pezzo è
tratto dalle dispense, da me redatte, per il seminario, che ho tenuto qualche
anno fa, presso l’associazione “Oltre l’Occidente”, dal titolo “Jazz ritmi e pulsioni della
società post moderna”. Un progetto diluito, in una serie di incontri, che
descrive la storia degli Stati Uniti d’America attraverso le evoluzioni della
musica afroamericana.
Buona lettura e sagge riflessioni.
Contesto politico ed economico.
Per finanziare la partecipazione alla prima guerra
mondiale gli Stati Uniti avevano speso più di
5miliardi. Tuttavia, le casse dello Stato Americano nel primo dopo guerra erano
in attivo. Gli USA avevano realizzato un aumento delle loro riserve
auree pari a 300milioni di sterline. Inoltre, per prestiti accordati agli
alleati, l’America vantava un credito globale di tredici miliardi di dollari dall’estero. Tali condizioni di prosperità provocarono un
vero e proprio boom economico. I
prodotti, che negli altri Paesi
erano considerati di lusso, qui erano di largo consumo. C’è inoltre da
sottolineare che vivere esclusivamente per accumulare dollari era diventato
l’unico credo della borghesia americana. Un credo condiviso, diffuso, ed
evidentemente ad alta percentuale di esclusione sociale.
La lotta di classe
divampò con veemenza e si rivelò più aspra laddove erano presenti, in
maggioranza, maestranze immigrate. Un ondata di scioperi dilagò nel paese. Nel 1919 nei cantieri di Seattle, gli operai incrociarono le braccia per protestare contro una significativa
riduzione del salario. Fra l’ottobre e il settembre dello stesso anitno 350.000
lavoratori metallurgici abbandonarono le officine, imitati da mezzo milioni di
minatori che lasciarono le miniere. Gli operai che scioperavano in difesa dei propri diritti,
vennero bollati come rossi, bolscevichi. Per annientare questi scioperi venne diffuso l’allarme per cui le sollevazioni operaie erano il risultato di un complotto comunista.
I comunisti dunque andarono ad ingrossare le fila delle categorie da eliminare,
come gli immigrati e i neri.
La repressione dei "diversi".
Nella fase di repressione si distinse di nuovo il
Ku-Klux-Klan. La setta, dopo la stasi seguita alla guerra di secessione,
riprese la sua attività violenta. Anche
perché nei primi anni del XX secolo erano emersi diversi movimenti neri
tendenti a promuovere l’integrazione con i bianchi. Una rivendicazione tesa ad ottenere una
parità di diritti per la quale si era disposti anche a
rinunciare alle proprie radici culturali
africane e sposare il credo borghese tipico dell’americano bianco.
Fra
i leader principali di questi movimenti citiamo
Brooker T.Washington. Nelle sue opere, assai diffuse:”The future of American Negro” del 1899 e soprattutto “Up from Slavery” del 1901, Washington sosteneva che l’affrancamento
degli schiavi , in quanto misura calata dall’alto, senza alcun supporto
socio-economico, aveva avuto un
effetto dirompente per la società. Essa avrebbe potuto sortire frutti soltanto se si fosse realizzata un’integrazione graduale dell’ex schiavo nella realtà storica in cui si trovava collocato.
Era questo tipo di inserimento che grandi
fasce della popolazione rifiutavano, favorendo le gesta cruente del Ku-Klux-Klan.
Il rifiuto violento all’inserimento degli ex schiavi si allargò anche agli
altri “diversi”. Provocando l’isolazionismo, esacerbato, il rifiuto, l’emarginazione forzata di chi non
dimostrava di accettare “l’american way of life”. Nel 1924 questo isolazionismo divenne legge con la
promulgazione dell’Immigration Act. In
base a tale provvedimento si chiudevano definitivamente le porte a quel flusso
di immigrati provenienti dall’Europa, soprattutto meridionale, che con la loro
forza-lavoro, avevano costituito uno degli elementi essenziali per la nascita
della società americana. Si chiudevano, insomma, le porte ai già citati “diversi”.
I "non confromi" Sacco e Vanzetti.
Nella categoria dei “non conformi” erano compresi anche coloro i quali non credevano che la società americana fosse
così giusta. E se questi lottavano per i propri
ideali venivano perseguitati e vessati. E’ il caso di Nicola Sacco e
Bartolomeo Vanzetti, giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto del 1927.
L’accusa, totalmente infondata, come
verrà dimostrato solo sessant’anni dopo, di aver ucciso nel corso di una rapina, il cassiere e la
guardia giurata del calzaturificio Slater and Morril, li condusse alla morte. La vera causa della
condanna dei due immigrati italiani, (Sacco proveniva dalla provincia di
Foggia, Vanzetti era originario del
Cuneese) fu però la loro ideologia anarchica. Per il popolo americano condannare a
morte delle persone colpevoli soltanto di professare idee politiche in contrasto con
le regole consolidate si rivelò un sacrosanto atto di giustizia.
Del resto
Sacco e Vanzetti erano rei confessi, avendo ammesso, non di essere gli autori della
sanguinosa rapina, ma di essere anarchici,
di aver partecipato alle lotte, a
agli scioperi con altre migliaia di lavoratori. Avere in casa libri di Gorkij,
Kropotkin, Marx, Hugo, Tolstoj, letture a cui Vanzetti dedicava il tempo libero dal
lavoro e dalla cura del suo giardino,
era reato gravissimo.
L’anarchico, il comunista, era un individuo che, non
accettando le regole della borghesia
americana doveva essere eliminato. Sacco fu accusato, nonostante provò di
essere presso il proprio posto di lavoro a Stoughton, mentre la rapina aveva luogo a Bridgewater. Vanzetti invece venne identificato da un solo testimone che
non lo aveva visto in faccia ma, letteralmente, “aveva capito dal modo in cui
quello correva che si trattava di uno
straniero": Vanzetti era uno straniero? Quindi
l’assassino era Vanzetti.
Il giudice Thayer, che condannò i due e per questo divenne
un eroe nazionale, dichiarò con
orgoglio: “Avete visto cosa ho fatto a quei bastardi di anarchici, l’altro
giorno?” E ancora durante il processo affermò:”..abbiano o non abbiano commesso
il reato che loro viene attribuito, questi uomini sono moralmente colpevoli,
perché nemici accaniti delle istituzioni”. A nulla servì che intellettuali e
scrittori come Bernard Shaw, Dorothy Parker, e John Galsworthy firmassero per
primi un appello, che avrebbe raccolto migliaia di adesioni, chiedendo la
scarcerazione degli imputati. A nulla valse l’ondata di indignazione che scosse
il mondo (a Parigi la folla arrivò a dare l’assalto all’ambasciata americana).
Ovviamente a Sacco e Vanzetti vennero attribuiti altri crimini che mai
avrebbero potuto commettere, come l’esplosione di una bomba a Wall Street che
provocò decine di morti e centinaia di feriti.
Insomma l’esecuzione di Sacco e
Vanzetti doveva confermare nell’opinione pubblica americana la convinzione che i “diversi” dovevano essere colpiti,
eliminati.
Oggi i “diversi” cercano di approdare nella nostre rassicurante enclave borghese
bianca, e una strisciante risentimento di odio razzista cerca ancora una volta
di inculcare nell’opinione pubblica la convinzione che i “non conformi”devono essere
colpiti ed eliminati. Corsi e ricorsi storici.
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