La piega che ha preso il governo della città, guidata del rinnovato sindaco Ottaviani, è all’insegna
della coerenza con la sua consiliatura
precedente . I due recenti provvedimenti: quello sulla lotta alla prostituzione -che muove nel senso di un moralistico decoro, non verso
un contrasto allo sfruttamento femminile - e l’altro, che potremmo ribattezzare “dagli
all’immigrato invasore di panchine borghesi”, sono il risultato
di un becero indirizzo gastro-populista che ha sempre contraddistinto l’amministrazione
Ottaviani.
Nonostante ciò, da quanto si apprende dalla stampa locale, i
frusinati continuano ad andare tranquillamente a puttane, in tutti i sensi, e
al numero verde (che è a pagamento), istituito per denunciare eventuali
sopraffazioni perpetrate dagli "occupanti
abusivi di panchine del centro storico", ai danni di membri della nostra collettività,
non è giunta alcuna segnalazione. Quest’ultima è una buona notizia perché dimostra,
o che non esiste alcuna sopraffazione, o che i cittadini frusinati sono un po’
più civili del loro sindaco e non se la sentono di darla addosso al bistrattato
Django panchinaro.
Al di là di tali misere boutade, resta in piedi la questione
seria dei soldi. Nell’ultimo consiglio comunale, prima delle ferie, si è discusso del bilancio previsionale per il 2017. Dalla relazione presentata dal dirigente del settore finanze sugli
equilibri di bilancio, si evince che anche le saccocce dei frusinati andranno presto a
puttane.
A tal proposito ricordiamo ai più distratti che il comune di Frosinone è in piano
di riequilibrio economici e finanziario. Come i più assidui lettori di chi
scrive ricorderanno alla fine della consiliatura Marini (2012) la Corte dei
Conti ha rilevato una massa passiva di oltre 14milioni di euro accumulata dall’ente.
Per ripianare tale passività si poteva ricorrere a due procedure: il dissesto finanziario, con il
commissariamento, di fatto, del Comune da parte dei giudici contabili, o il
predissesto, nonché piano di riequilibrio economico e finanziario, in cui il
sindaco conserva i pieni poteri, ma deve concordare un programma di rientro con la
Corte dei Conti.
Nel primo caso la procedura si sviluppa in 5 anni con la certezza che
comunque il bilancio verrà risanato. Nel secondo caso il piano di rientro dura
10 anni, ma non è detto che in questo periodo,
dal momento che è il sindaco a comandare i giochi, l’ente riesca a ripianare l’ammanco.
Potrebbe quindi accadere che dopo 10
anni di politiche lacrime e sangue ai danni dei cittadini, i debiti non siano
estinti e si attivi la vera e propria procedura di dissesto con altri 5 anni di feroce austerità.
Come è noto il sindaco Ottaviani nel 2013 scelse la via del piano di
riequilibrio economico e finanziario che durerà fino al 2022. E come stanno le
cose oggi? Riusciremo nel 2022 a risolvere la questione, o ci aspetteranno altri 5
anni di macelleria sociale? Non siamo la Corte dei Conti, siamo
dei semplici cittadini, però confrontando la relazione del dirigente del
settore finanze del luglio 2017 con il
piano concordato nel 2013 fra l’ente e i giudici contabili, è possibile azzardare un’analisi.
SITUAZIONE DI CASSA:
Il dirigente del settore finanze, nel documento consegnato ai
consiglieri, rileva come la situazione contabile presenti un considerevole
valore negativo, nonostante gli incassi già realizzati (IMU FSC), con un’anticipazione di fondi da parte della tesoreria
pari a 2milioni di euro. La situazione non migliorerà nemmeno con le entrate
della TARI. Tali anticipazioni sono dovute alla copertura di somme già
impegnate dal Comune a fronte di finanziamenti che la Regione Lazio dovrà
versare ma che ancora non ha provveduto ad erogare. Il dirigente osserva,
peraltro, come l’impegno degli uffici competenti per ottenere i finanziamenti
regionali sia stato più che scarso e comunque inadeguato ad incassare quanto
dovuto dalla Pisana.
Nel Piano di riequilibrio economico e finanziario l’ente s’impegna a realizzare nel 2017, un avanzo di parte corrente (cioè un eccedenza delle entrate in
tasse rispetto alle uscite per spese) pari a 1.181.495. Una vera e propria
chimera, considerato che oggi stiamo, quanto meno, 2milioni sotto. Come
situazione di cassa dunque la realtà si discosta e anche di molto rispetto all’obiettivo
concordato nel piano della Corte dei Conti.
DEBITI FUORI BILANCIO:
Nel più volte citato piano di riequilibrio economico e
finanziario per l’esercizio 2017 i debiti fuori bilancio sono pianificati per un importo pari a 900 mila euro, con l’impegno
di azzerarli del tutto nel 2018. La realtà, invece parla di una somma molto più
elevata, quasi 1milione e 400mila euro. Ma il fatto più grave è che questo
ammontare è determinato da poste che non dovrebbero essere inserite in questa
voce. Il dirigente del settore finanze, sottolinea come i debiti fuori bilancio
dovrebbero servire a coprire spese improvvise, determinate da calamità
naturali, ristrutturazioni di immobili lesionati, incombenti esigenze sociali.
Nel
caso del comune di Frosinone, invece, questa posta è usata per coprire spese
ampiamente programmate, tutt’altro che
urgenti e improvvise, pensiamo ai festini e alle sbicchierate varie. Inoltre
permane il vizio di rinviare la
contabilizzazione dei debiti fuori
bilancio agli esercizi successivi, mandando a monte la
promessa di un azzeramento per il 2018. Un procedura del tutto avversa a quanto
stabilito dalla Corte dei Conti, non solo nell’accordo stipulato con il Comune
nel 2013.
Le criticità espresse del dirigente dell’ufficio contabile
non finiscono qui, ma le due voci analizzate mostrano chiaramente come l’ente non
stia rispettando il piano di riequilibrio economico e finanziario. Nonostante
il Comune di Frosinone, in relazione alla TARI, sia uno dei più esosi, non
erogando per altro un servizio efficace ( siamo solo al 18% di raccolta
differenziata), nonostante, proprio nell’ultimo consiglio comunale sia stato
approvato un aumento dell’IMU/TASI pari a 800mila euro, la situazione contabile
si discosta notevolmente da quanto previsto nel piano di riequilibrio economico
e finanziario.
Per il 2017 si doveva realizzare un avanzo di 1milione e 800mila
euro e invece siamo in disavanzo almeno di due milioni. I debiti fuori bilancio
dovevano essere contenuti in 900mila euro ed invece pare consistano in 1milione
e 400mila con la prospettiva di non azzerarli nel 2018.
Ora La domanda sorge spontanea in questa
situazione siamo sicuri che
nel 2022 il predissesto non si strasformi in dissesto? Dopo 10 anni di disastri sociali sacrificati sull’altare
di un’amministrazione sciagurata tesa ad
ottenere solo consensi, ci dovremo vendere pure le mutande? (per chi ancora ce l’ha).
Si sa noi siamo germi di un’estrema
sinistra volgare e disfattista. Supr Nik penserà a tutto, dall’alto dei suoi
super poteri, e magari di uno scranno parlamentare così almeno la vedono i suoi numerosi fan.
Per chi ha voglia e pazienza propongo un video editato da nel 2016 dove si prova a spiegare la situazione in termini politici, oltre che economici.
Buona Visione.
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