La passeggiata della salute, così è stata ribattezzata la
marcia di protesta che i comitati territoriali per la sanità intraprenderanno mercoledì 16 luglio.
Presso la sede della Provincia di Frosinone esponenti dei movimenti
territoriali che si battono per un sanità provinciale degna del dettato
Costituzionale, un livello a cui, come è
tristemente noto la Asl di Frosinone è lontana anni luce, hanno illustrato ai
media e agli organi di stampa le
modalità e le finalità della manifestazione organizzata per il 16 luglio
prossimo.
L’intento è quello di raggiungere la palazzina della presidenza
presso il complesso della Asl in Via Armando Fabi e manifestare l’insoddisfazione
di tutti i cittadini al management ed in particolare alla presidente D.ssa
Isabella Mastrobuono, per la situazione sanitaria del nostro territorio,
praticamente al collasso. Il concentramento è previsto presso P.zza Madonna
della Neve alle ore 15,00 di mercoledì 16 luglio. Da qui il corteo si sposerà
attraverso la Via Monti Lepini per raggiungere la palazzina dirigenziale della
Asl.
E’ interessante la passeggiata organizzata dai movimenti di Sora e di Alatri. Il punto di
concentramento di Frosinone sarà raggiunto a piedi da Sora, attraverso la
strada vecchia. La partenza è prevista alle 6,30. Durante la camminata si aggregheranno alla
carovana numerose delegazioni, fra cui quella di Alatri di Veroli, Ferentino e altri comuni capitanate dai
sindaci . In realtà proprio in concomitanza della conferenza stampa dei
movimenti territoriali, era in corso una riunione fra i sindaci e la direttrice
della Asl D.ssa Mastrobuono, al fine di evitare la partecipazione dei primi
cittadini.
In ogni caso, indipendentemente dall’esito dell’incontro con i
sindaci, associazione e cittadini animeranno egualmente la marcia. A presentare la manifestazione di
protesta erano presenti, Francesco Notarcola presidente della consulta delle
associazioni, Rodolfo Damiani e Valeria di Folco dell’associazione civica di
Sora “Articolo 32”, il Dott. Augusto
Vinciguerra presidente dell’ ADO di
Sora, il Dott. Roberto Sarra di Alatri e il presidente dell’AIPA di Frosinone
Antonio Marino.
E’ indubbio che la
sanità provinciale sia al collasso. Ma come spesso illustrato il male viene da
lontano, da almeno 4 consiliature regionali: Badaloni, Storace, Marrazzo,
Polverini. Di manifestazioni, soprattutto nell’ultima gestione Polverini, ne
sono state organizzate molte, tutte evidentemente senza esito, visto che l’opera
di smantellamento della sanità in provincia di Frosinone è proseguita
imperterrita sotto la mannaia del commissariamento. Noto e quasi stucchevole è
stato, ed è tutt’ora, il rimpallo delle responsabilità. Lo Sato centrale imputa
alla gestione regionale il disastro, la Regione dal canto suo denuncia i
continui tagli nei trasferimenti di fondi dal centro , tali da costringere presidenti e manager a eliminare
servizi essenziali, sanità in primis.
La novità di questa nuova
sollecitazione popolare è che vede finalmente la compartecipazione di più
Comuni recependo finalmente l'idea che una
sanità costituzionalmente decente e
garantita debba essere reclamata con
intenti unitari evitando logiche campanilistiche. Questa volta non sono solo i cittadini di
Frosinone, piuttosto che quelli di Sora a partecipare, ma il moto di protesta
arriva dall’intera provincia. E soprattutto, finalmente, si registra la
partecipazione dei medici e degli operatori sanitari impensabile fino a qualche
anno fa.
Uno dei principali motivi della protesta riguarda il dissanguamento
delle risorse accumulate dalla Asl di Frosinone verso le aziende sanitarie romane. In pratica si accusa la
gestione Zingaretti, in qualità di
presidente della Regione e di commissario alla sanità laziale, di privilegiare
le strutture sanitarie della Capitale a discapito della nostra Provincia. Tale
tendenza è confermata dai fatti, ma mi permetto di suggerire, di non commettere
lo sbaglio di ridurre il tutto ad una competizione fra Roma e Frosinone. Se la
sanità romana, il che non è, assicura
livelli di assistenza decenti, è fondamentale
che li mantenga e anzi li migliori, e allo stesso tempo è necessario pretendere che anche le altre Asl raggiungano
standard elevati senza entrare in competizione fra di loro.
Guai a cedere alla
tentazione della guerra fra poveri, del divide et impera, è la classica strategia in base alla quale
chi comanda fa il bello e cattivo tempo mettendo i cittadini gli uni contro gli
altri. In ogni caso in quella conferenza stampa si respirava un’aria nuova. Un’aria
che chiamava alla partecipazione i cittadini, i quali non possono ignorare un
problema che riguarda direttamente il proprio diritto a essere curati. Finalmente si è preso coscienza che l’emorragia del diritto di partecipazione, da decenni in atto a causa di governi
sempre più autoritari, capaci di vanificare anche i risultati plebiscitari dei
referendum sui beni comuni e tutt’ora
attivi nel approntare riforme ancora più irrispettose del diritto di
partecipazione dei cittadini, va fermata. Speriamo che questa marcia serva
oltre che a riaffermare il diritto alla salute
fisica a ribadire la necessità di sanare la salute democratica.
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